Lo stabilimento di Rubbiano (Parma) estenderà la gamma dei sughi in ottica sostenibile, riducendo Co2 e consumo idrico. A regime, il gruppo prevede 60 assunzioni
Oltre 120mila tonnellate di sugo all’anno. Sarà questa la capacità produttiva dello stabilimento Barilla di Rubbiano, in provincia di Parma, inaugurato nell’ottobre del 2012. Il gruppo nato 140 anni fa investirà 50 milioni di euro in tre anni per ingrandirlo: a regime, arriverà ad avere una superficie totale coperta di circa 30.000 mq. Grazie all’ampliamento, il nuovo stabilimento diventerà il più grande ed efficiente impianto di produzione di sughi per la pasta in Europa, ed estenderà la gamma dei sughi – oggi a base pomodoro, pesti e pestati – a tutte le ricette con carne. A nemmeno cinque anni dall’inaugurazione, i volumi di vendita dei sughi sono aumentati di oltre il 45% dal 2012. Oggi le vendite sono destinate per il 75% della produzione all’export, in particolare in Europa. Oggi Barilla è leader di mercato a valore in Italia e al secondo posto in Germania e in Francia e al terzo posto nella graduatoria a livello mondiale nel mercato dei sughi per la pasta.
Più sugo, più dipendenti e meno Co2
Barilla a Rubbiano assumerà, a regime, circa 60 persone. Il nuovo stabilimento, oltre a creare occupazione, sarà ristrutturato in un’ottica di sostenibilità. «L’ampliamento previsto — dice Barilla in una nota — sarà realizzato con l’obiettivo di fare un ulteriore passo avanti sulla riduzione dell’impatto ambientale: -7% emissioni CO2, -9% di consumo idrico e raggiungimento di oltre il 95% dei rifiuti avviati a riciclo. Il piano di assunzioni permetterà di avere un perfetto bilanciamento di genere con l’obiettivo di avere uno stabilimento che occupa il 50% di donne al 2020. Notevole anche l’attenzione verso le tematiche nutrizionali: nessuno dei sughi Barilla contiene conservanti e negli ultimi tre anni il loro profilo ha visto la riduzione del sale del 23%».
Fausta Chiesa, il Corriere della Sera