di Cesare Lanza
MARCO TRONCHETTI
Non entro nel merito dell’estenuante processo Telecom, in cui l’ex amministratore delegato fu condannato in prima istanza e poi assolto tre volte: in appello, in Cassazione e di nuovo in appello. Il merito di Tronchetti è di aver ostinatamente rifiutato la prescrizione, il comodo e scandaloso rifugio che consente di evitare il rischio di una condanna anziché esigere giustizia. Chapeau!
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ANTONIO CAMPO DALL’ORTO
Non si dimette, smentisce le voci. Ma cosa resta della sua gestione in Rai? Niente di positivo. Solo sprechi, assunzioni discutibili, scarsa trasparenza, mortificazione delle risorse interne, zero servizio pubblico… E cosa resta del Festival di Sanremo? Orribili canzoni, costi esagerati, l’idea inciuciosa del tandem Carlo Conti e Maria De Filippi, simbolo Mediaset. E silenzio assoluto sugli scandali.
DONG MINGZHU
Vi chiedete chi è? Ecco: deve l’improvvisa notorietà alla rivista americana Forbes. Dong Mingzhu, 62 anni, è presidente della società cinese Gree, elettrodomestici, valore 22 miliardi di dollari, 70.000 dipendenti, fabbriche perfino in Brasile, Pakistan e Vietnam. In Cina le contestano la durezza. Però, è il simbolo del lavoro perpetuo: da 26 anni, non si prende un giorno di vacanza!
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MARIO MONTI
È fastidiosa la sua invadenza: interviste, incursioni televisive, ammonimenti, inopportuna sentenziosità. É suo diritto, certo, ma non gli giova: sono autogol, la gente non dimentica i disastri del suo governo. Vuole parlare? Spieghi i retroscena dell’inopinata nomina a senatore a vita, il mistero del 2011. Una garanzia voluta e imposta, pochi giorni prima, per accettare la nomina a premier?
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DANIELE SEBASTIANI
II presidente del Pescara è ripetutamente aggredito da tifosi vandali, che dimenticano quanto abbia dato ai club, portandolo a vertici storici. Le conseguenze sono sconfortanti. Sebastiani non ha paura, ma ormai è determinato a cedere la proprietà, purché si tratti di gente seria. Ma la rinuncia è pesante, il rischio è che nel calcio entrino avventurieri e le persone serie escano.
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PAOLO BERDINI
Mi dispiace perché l’assessore all’urbanistica di Roma sostiene ciò che scrivo da sempre: sì allo stadio, no alle speculazioni (le due torri e altre pretese). E poi, perché lo stadio è progettato a Tor di Valle, in una zona geologicamente a rischio? Tutto ragionevole! Purtroppo, Berdini si è autoeliminato, rendendo pubbliche, ingenuamente, le sue impulsive critiche alla sindaca Raggi.
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di Cesare Lanza, La Verità