Il governo pronto a convocare i rappresentanti dei lavoratori in un vertice per giovedì 16 febbraio, intanto le trattative sono saltate e si aspetta il nuovo piano industriale
Sale ancora il livello dello scontro in seno alla Alitalia: gli uffici legali delle segreterie nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Ta hanno inviato formale diffida alla compagnia aerea in merito alle modifiche che l’azienda ha chiesto di fare al contratto collettivo nazionale. Richieste che hanno già portato i sindacati a decidere, la settimana, di interrompere il confronto con l’azienda per il rinnovo del contratto. Il Governo ha un faro acceso sulla vicenda e dovrebbe convocare i sindacati dei dipendenti per giovedì prossimo, 16 febbraio: il vertice dovrebbe tenersi al ministero del lavoro alla presenza dei tre ministri interessati, Graziano Delrio (infrastrutture e Trasporti), Carlo Calenda (Sviluppo Economico) e Giuliano Poletti (Lavoro).
Intanto nell’oggetto della diffida, inviata ieri all’azienda e all’associazione Assaereo, si chiede il rispetto della contrattazione collettiva vigente e di tutti gli accordi sindacali vigenti siglati e non disdettati, “l’immediato ripristino degli scatti contrattuali illegittimamente sospesi”, la non applicazione di “regolamenti unilaterali palesemente illegittimi”. E si invita l’azienda al ripristino di “relazioni sindacali corrette e rispettose degli accordi interconfederali” siglati dalle associazioni datoriali di appartenenza aziendale e dal contratto.
In attesa del dettaglio del piano industriale per l’ennesimo rilancio della compagnia, tra Natale e Capodanno il vettore aveva annunciato le prime misure di austerità, proprio per cercare di risollevare i margini. Allora è stata cancellata la rotta Alitalia che collega Malpensa e Fiumicino, motivando la scelta con ragioni economiche: la tratta perderebbe poco meno di 6 milioni l’anno. E sempre motivazioni di cassa sono alla base dello stop agli automatismi di carriera per 3.800 dipendenti.
Gli uffici legali sindacali sostengono non vi è “alcuna ragione di carattere giuridico nè tantomeno sindacale per limitare l’efficacia delle disposizioni contrattuali in essere fino al 28.2.2017, dovendosi necessariamente applicare il complesso degli accordi preesistenti fino alla sottoscrizione di un nuovo contratto collettivo, anche in ragione dell’obbligazione assunta con i singoli lavoratori al momento della sottoscrizione del contratto individuale che richiama espressamente la contrattazione collettiva di settore, gli accordi sul trattamento economico del personale proveniente dal gruppo Alitalia in A.s. ed Airone e tutte le prassi in essere, rispetto ai quali Alitalia SAI ha assunto obbligazione specifica sia nei confronti delle parte sindacali che dei singoli lavoratori al momento della cessione dell’azienda”. La lettera, comunque, conferma la volontà dei sindacati di “proseguire il confronto e la discussione sui contenuti del contratto “nell’ambito di procedure di confronto, ispirate alla correttezza ed alla buona fede, nel quadro delle regole, delle procedure e delle relazioni sindacali costruite congiuntamente negli accordi collettivi citati”.
La Repubblica