Renzi si “trumpizza” e attacca la Germania sul mancato rispetto delle regole europee sul surplus commerciale. All’indomani della polemica tra Washington e Berlino, l’ex presidente del Consiglio italiano chiede che il rispetto delle norme Ue valga per tutti. E quindi anche per la Germania. La tempistica non è casuale: ieri dall’amministrazione Trump era arrivato un duro attacco alla Germania attraverso Peter Navarro, consulente numero uno in campo commerciale del presidente americano, che ha accusato Berlino di sfruttare l’euro “esageratamente svalutato” avvantaggiandosi rispetto ai suoi partner commerciali.
L’ex premier Renzi si riallaccia al discorso di Trump con un post sul suo blog dal titolo “La soglia giusta è il 6%”: “Lo spunto per questa riflessione – scrive Renzi – è la notizia di queste ore: il team economico di Trump ha fortemente polemizzato con la Germania per lo spaventoso squilibrio commerciale. È un fatto che mi colpisce perché questa critica – nel nostro continente – arriva anche e soprattutto da sinistra, non solo dal neo presidente americano. Le regole dicono che il surplus commerciale della Germania non può essere superiore al 6%, oggi è intorno al 9%. Si tratta di una violazione delle regole che fa male a tutta l’Europa. E che la indebolisce a favore dei soli amici tedeschi. Più volte abbiamo posto il tema in modo ufficiale, nei tavoli di discussione: vogliamo rispettare le regole. Ma dobbiamo farlo tutti. Anche la Germania. La filosofia dei due pesi e due misure è sbagliata”.
Quando arriveremo in campagna elettorale dovremo ribadire quanto sia stato importante rispettare le regole europee come abbiamo fatto (il deficit è sceso ai livelli minimi, inferiore a quello di tutti gli ultimi 15 anni con la sola eccezione del 2007). Ma se vogliamo essere seri fino in fondo dobbiamo chiedere con ancora più decisione che le regole le rispettino tutti, anche i tedeschi. Che ci siano di conseguenza più investimenti nel vecchio continente. E che se è vero che va rispettato il patto di stabilità, non dimentichiamoci che la definizione corretta è patto di stabilità e di crescita. Anche la crescita, già.
La vittoria di Trump ha aperto molti problemi, a cominciare dalle posizioni sul tema immigrazione. Su cui come è noto la pensiamo in modo diametralmente opposto. O sul protezionismo: i nostri amici che esultano per il Trump che dice “comprate americano” non si rendono conto che una fetta importante della nostra economia è basata sull’export, anche e soprattutto in America? O sui valori: come si può immaginare una società aperta se si gioca sulla paura del diverso? E potrei continuare sulla difesa, la Nato, l’ambiente. Ma in fin dei conti queste sono cose note.
“Quello che forse non è ancora chiaro a tutti noi è che la vittoria di Trump è anche una significativa occasione perché l’Europa si metta a riflettere su sé stessa. Magari iniziando dal chiedere il rispetto delle regole a tutti i Paesi. Non solo a quelli affacciati sul Mediterraneo”, conclude Renzi.
The Huffington Post