Il tasso di senza lavoro di novembre sale all’11,9 per cento, ai massimi dal giugno del 2015, a seguito della diminuzione degli inattivi. Tra i più giovani risale al 39,4 per cento. Su base annua gli occupati salgono di oltre 200mila, grazie a donne e over 50. In Europa, intanto, si registrano tassi sui minimi da diversi anni
Sale la disoccupazione in Italia, anche a causa della crescita di italiani che si mettono attivamente in cerca di lavoro (non riuscendo nel loro intento). Secondo i dati dell’Istat riferiti al mese di novembre, il tasso di senza lavoro è salito all’11,9% registrando dunque un aumento di 0,2 punti percentuali su base mensile e raggiungendo il livello più alto da un anno e mezzo (era il giugno del 2015). La stima dei disoccupati è in aumento (+1,9%, 57 mila senza lavoro in più), dopo il calo dello 0,6% registrato nel mese precedente. “L’aumento è attribuibile a entrambe le componenti di genere e si distribuisce tra le diverse classi di età, ad eccezione degli ultracinquantenni”, annotano gli statistici.
Proprio questi ultimi sono tra i protagonisti dei dati più positivi: se si guarda agli occupati, infatti, a novembre si registra una lieve espansione (+0,1%, +19 mila persone) mensile. “L’aumento riguarda le donne e le persone ultracinquantenni”, specificano i ricercatori. Dal punto di vista della natura dei rapporti di lavoro, aumentano gli indipendenti e i dipendenti permanenti, mentre calano i lavoratori a termine. Il tasso di occupazione è pari al 57,3%, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto a ottobre.
Se si allarga l’osservazione al trimestre settembre-novembre, emergono chari i tratti caratteristici di questa fase del mercato del lavoro: una sostanziale stazionarietà degli occupati, esaurita la spinta che si era vista nei mesi scorsi grazie agli sgravi fiscali. Nel trimestre, infatti, “si registra un lieve calo degli occupati rispetto al trimestre precedente (-0,1%, pari a -21 mila). Il calo interessa gli uomini, le persone tra 15 e 49 anni e i lavoratori dipendenti, mentre si rilevano segnali di crescita per le donne e gli over 50”. Numeri che fanno dire a Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, che “nessuna riforma del lavoro può funzionare fino a che i consumi restano al palo e questo per la semplice ragione che fino a che le famiglie non acquistano, le imprese non vendono e non necessitano, quindi, di lavoratori aggiuntivi”.
Da notare, come accennato, il miglioramento dell’atteggiamento dei cittadini verso la ricerca di occupazione: la maggiore partecipazione al mercato del lavoro da parte degli italiani (con riflessi sul peggioramento complessivo del tasso di senza lavoro) si vede nel calo della stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni: -0,7%, pari a 93 mila persone che non lavorano – né cercano – in meno. “Il calo”, dice l’Istituto, “interessa entrambe le componenti di genere e tutte le classi di età. Il tasso di inattività scende al 34,8%, in diminuzione di 0,2 punti percentuali”.
Se il quadro è tutto sommato positivo per le fette di popolazione più avanti con gli anni, per i giovani si registra un balzo del tasso di disoccupazione: si porta al 39,4%, in aumento di 1,8 punti percentuali rispetto al mese precedente, e tocca così il livello più alto da ottobre 2015. L’incidenza dei giovani disoccupati sul totale dei ragazzi tra 15 e 24 anni è pari al 10,6%: poco più di un giovane su 10 è disoccupato. Dalla tabella dell’Istat che spacchetta i dati per fasce d’età, si vede come gli occupati di oltre 50 anni siano saliti di 453mila unità tra novembre 2015 e 2016; di contro, sono scesi di 160mila tra 35 e 49 anni e di 88mila tra 25 e 34 anni. Numeri che destano l’attenzione del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che in una nota parla di occupazione “sostanzialmente stabile sul piano congiunturale”, ma “nel quadro complessivo preoccupa la situazione dell’occupazione giovanile, per cui alla diminuzione del tasso di inattività tra i giovani corrisponde solo un aumento della disoccupazione”.
I dati sul lavoro sono arrivati anche a livello di Eurozona e Ue. Nel primo caso, il tasso è risultato stabile rispetto a ottobre a quota 9,8% e in calo dal 10,5% rispetto a novembre 2015, segnando il livello più basso da luglio 2009. In miglioramento anche i dati allargati all’Unione: sempre a novembre il tasso di disoccupazione era all’8,3%, in calo rispetto all’8,4% di ottobre e al 9% di novembre 2015. Si tratta in questo caso del tasso di disoccupazione più basso da febbraio 2009: l’Italia è il solo paese medio-grande in cui la disoccupazione non cala ed è in compagnia di Estonia, Cipro e Danimarca tra quelli nei quale cresce.
La Repubblica