Ancora un post sul blog del Movimento contro giornali, tv e Pd. Il direttore del Tg La7 accetta le “scuse” e rinuncia alla querela. Il sindaco di Parma: “Giuria popolare per la stampa? Distrazione di massa”. Sul Codice etico: “Ora potrebbero riammettermi”
“Il Movimento 5 Stelle è una garanzia per i cittadini”. E’ quanto si legge in un nuovo post pubblicato oggi sul blog di Beppe Grillo e firmato M5s, all’indomani dell’approvazione online del Codice di comportamento del movimento. Il Codice, si legge nel post, “rappresenta una svolta garantista? falso. E’ un’altra bufala di giornali e tv”.
Dopo l’uscita di ieri di Beppe Grillo sulla “giuria popolare per le balle dei media”, le nuove affermazioni sono destinate ad infiammare ancora di più il dibattito politico di questi primi giorni del 2017. Il leader M5s viene criticato da destra e da sinistra, dal sindacato dei giornalisti e da soggetti istituzionali che gli ricordano come l’autonomia della stampa sia tutelata dalla Costituzione ed esistano già leggi che prevedono sanzioni. E molti ritengono che queste affermazioni siano un modo per distogliere l’attenzione dai guai della giunta Raggi e dalle turbolenze che di recente hanno investito il Movimento, mentre il nuovo codice per gli eletti rappresenterebbe un adeguamento ai vari casi di cronaca in cui sono coinvolti esponenti pentastellati.
Ma dubbi e accuse vengono nettamente respinte dalle colonne del blog pentastellato: “Il Movimento 5 Stelle garantisce ai cittadini che chi tra i suoi eletti non rispetta i principi a cui ha aderito come portavoce viene messo fuori dalla porta. Non aspettiamo il terzo grado di giudizio. Nel Movimento 5 Stelle già al primo grado si prevede l’espulsione. Se nel Pd si applicasse lo stesso nostro codice, non resterebbe quasi più nessuno. Perché non lo fanno?”
“Da noi, a differenza del Pd – attacca il M5s – non c`è spazio per personaggi condannati o anche solo indagati per reati gravi come associazione a delinquere, corruzione, concussione, voto di scambio politico mafioso, truffa, turbativa d’asta, reati gravi contro la pa, ecc. I nostri eletti che hanno una condotta o un comportamento politico o sociale riprovevole ed eticamente censurabile, a prescindere dall’esito di un procedimento penale, vengono sanzionati e nei casi più gravi cacciati. Per esempio De Luca, dopo l’oscena pagliacciata delle fritture di pesce in cambio di voti al referendum costituzionale, non sarebbe durato mezza giornata di più”. Gli esponenti dem, invece, “della Costituzione vogliono rispettare solo le parti che interessano loro”.
“L’incarico pubblico ricoperto dai nostri eletti – sottolinea il blog di Grillo – deve perseguire solo l’interesse collettivo e dello stato. Il vincolo di rappresentanza popolare e le regole di comportamento degli eletti del Movimento 5 stelle non devono essere viziati da condotte lesive dei doveri e principi di fedeltà sanciti dalla costituzione ed in particolare dall’articolo 54. I partiti politici, in particolare il Pd, attraverso i propri eletti e amministratori, hanno violentato a più riprese questi principi minimi di dignità”.
“Le regole – afferma ancora il post – vanno previste e soprattutto fatte rispettare. Il movimento 5 stelle è l’unico che lo fa, una garanzia per i cittadini che ci sostengono”.
In un post scriptum, il comunicato si rivolge anche al direttore del Tg di La7: “Ieri Mentana si è risentito per il fatto che il logo del suo Tg fosse presente nell’immagine del post che denunciava le bufale dei media italiani. Non se la prenda direttore, è stato fatto per “par condicio” per non far sfigurare troppo i suoi colleghi”. “E inoltre – prosegue – si trattava di una denuncia politica per criticare il sistema mediatico nel suo complesso. Le auguriamo di continuare a fare informazione che sia rispettosa della verità e dei cittadini ancora a lungo”.
entana: “Cadono gli estremi per la querela”. “So che gli amanti del sangue social vorrebbero che lo scontro andasse avanti fino alle estreme conseguenze, e del resto su Twitter sta proseguendo nei miei confronti il trattamento che potrete verificare, da parte di tanti pasdaran che forse non aspettavano altro. Ma la rettifica (chiamiamola così) del M5s fa obiettivamente venir meno gli estremi per un passo giudiziario”. Lo scrive il direttore del TgLa7 Enrico Mentana su Facebook. “Mi sono mosso per difendere la reputazione del tg che dirigo da un’accusa grossolana e infamante per qualunque testata, e sicuramente del tutto fuori luogo per il Tgla7. Non me ne frega niente di ‘fare il fenomeno’. Il mio campo è quello della libera e corretta informazione – conclude Mentana – non quello delle gare tra forzuti della politica o del web”.
La replica di Pizzarotti. Per il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, messo fuori dal M5s per un avviso di garanzia, quella sulla giuria popolare “è una distrazione di massa, ci sarebbero altri problemi molto più impellenti”. “Se noi guardiamo il contesto – aggiunge parlando a Omnibus su La7 – il blog di Grillo è il primo che distorce le notizie. Spesso le notizie in generale sono distorte in Italia magari per coprire il potente di turno. La frase di Grillo di ieri è grave, il pensiero di avere una giuria popolare è assurda e forse preoccupante. Non so dove si vuole andare, se si vuole andare a governare o tenere alto il consenso”.
Nel nuovo codice per gli eletti Pizzarotti vede una “spersonalizzazione” dei rapporti. “Se uno riceve un avviso di garanzia non è una cosa bella, vive anche un momento difficile. Il codice però stabilisce che deve informare il gestore del sito cioè la Casaleggio associati e per farlo deve completare un form: aprire una tendina e scegliere l’opzione ‘contattatemi per favore’. È diventato questo il Movimento? La spersonalizzazione di ogni rapporto umano?”.
Quanto al suo caso, il sindaco di Parma osserva: “Possibile mio reintegro? Non mi appassiona. Questo regolamento certifica che quando hanno intrapreso azioni contro di me se le sono inventate, questo regolamento se volessero potrebbero intepretrarlo per riammettermi. Ma sono uscito io. Forse dovrebbero fare una cosa mai fatta negli ultimi sei mesi: telefonarmi, ma forse aspettano un form da compilare”.
La Repubblica