C’è liquidità per quattro mesi. Il titolo crolla (-12%)
Per il Montepaschi il salvataggio pubblico diventa un’ipotesi sempre più concreta. Mentre si è chiusa ieri l’offerta di conversione dei bond subordinati, oggi è il termine ultimo per l’adesione all’aumento di capitale da parte degli investitori istituzionali. Secondo fonti informate dei fatti, il fondo del Qatar si è tirato indietro e, senza la presenza di un grosso investitore, l’intera operazione privata non potrà andare in porto.
A Piazza Affari Mps ha lasciato sul terreno il 12,08% a 16,3 euro dopo essere stata sospesa più volte dagli scambi.
Il titolo è stato molto volatile: ha azzerato le perdite dopo il via libera della camera alle misure a sostegno del sistema bancario, per poi accelerare nuovamente al ribasso. L’aula ha votato la relazione con cui il governo chiede al parlamento di autorizzare un maggiore indebitamento fino a 20 miliardi di euro per finanziare eventuali provvedimenti a sostegno degli istituti, in primis quello senese.
L’offerta per la conversione volontaria dei bond avrebbe raccolto adesioni per 500 milioni di euro. «Vediamo un forte rischio di esecuzione dell’aumento di capitale», sottolinea Banca Imi. «Lo scenario più probabile è un intervento dello stato italiano per sostenere Mps, con un aumento precauzionale e con burden sarin (conversione forzata dei bond in azioni, ndr)». Anche le obbligazioni subordinate Lower Tier II hanno continuato a perdere terreno.
Intanto Quaestio, gestore del fondo Atlante, ha precisato che l’impegno per la cartolarizzazione degli Npl del Montepaschi è subordinato al successo dell’aumento di capitale: «Solo in questo contesto è stato accettato un senior bridge financing, che era a sua volta subordinato al successo del medesimo aumento di capitale.
Pertanto, se venissero meno tali condizioni, decadrebbe anche l’impegno contrattuale in essere di Atlante». In ogni caso, «Atlante rimane disponibile a realizzare il piano di cartolarizzazione degli Npl senza senior bridge financing, anche qualora ci fosse un intervento dello Stato nel capitale». Infine, arriva un allarme sulla gestione ordinaria della banca. Nel secondo supplemento al documento di offerta diffuso ieri, si legge che Mps ha 10,6 miliardi di euro di liquidità, che basteranno per quattro mesi. «Al dicembre 2016 il saldo netto di liquidità complessiva presenta un saldo positivo sull’orizzonte temporale di quattro mesi, partendo da un importo positivo di 10,6 miliardi a pronti per arrivare a un dato di circa 200 milioni al quarto mese, con una successiva riduzione a circa -15 milioni (livello negativo) dal quinto mese e a circa -740 milioni (livello negativo) il 12esimo mese». Nel precedente documento, che si riferiva a dati del 14 dicembre, l’istituto aveva parlato di un saldo positivo sull’orizzonte temporale di undici mesi, partendo da un importo positivo di 11 miliardi.
di Giacomo Berbenni, Italia Oggi