Il gruppo francese salirà nel capitale del Biscione dopo il rifiuto di trattare di quest’ultimo. Fininvest: esposto alla Consob e non ci fermeremo
di Andrea Secchi, ItaliaOggi
Il braccio di ferro continua e il più grosso dei due sfidanti mette in campo tutta la sua forza con i toni piccati di chi non accetta la resistenza altrui. Ora è il 30%: ieri Vivendi ha annunciato che è pronta a salire nell’azionariato di Mediaset fino a questa soglia, superata la quale ci sarebbe solo l’opa obbligatoria.
Così dopo aver raggiunto il 20% nei primi tre giorni della scorsa settimana, a breve la società media francese con primo azionista Vincent Bollorè potrebbe arrivare a poco meno del 30% del capitale e dei diritti di voto in brevissimo tempo riuscendo quindi a rendere la vita della controllante Fininvest difficile nelle assemblee.
La holding della famiglia Berlusconi, dal canto suo, ha sparato un’altra cartuccia: l’esposto alla Consob, dopo quello in procura della scorsa settimana, per manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate. Alla commissione si chiede di esercitare i poteri che le attribuisce il decreto istitutivo dello stesso organismo (dlgs 58/1998), in particolare l’articolo 187-octies che fra le altre cose, ma non l’unica, prevede anche il sequestro delle azioni, in questo caso il 20% di Mediaset attualmente in mano alla società francese. La Consob, dal canto suo, secondo fonti interne, sta facendo «accertamenti a tutto campo» sulla vicenda «esercitando tutti i poteri» previsti dalla legge, inclusa «la possibilità di convocare in audizione i soggetti coinvolti».
Sempre ieri, inoltre, Fininvest ha depositato presso la procura «ulteriori documenti relativi alla vicenda». In una nota ha poi risposto alla volontà di Vivendi di salire ancora nel capitale di Mediaset, parlando di «strategia molto aggressiva che, mossa dopo mossa, non fa che confermare tutte le irregolarità e le gravi violazioni evidenziate da Fininvest nelle denunce e negli esposti presentati alla Procura della Repubblica e alla Consob», aggiungendo che non si fermerà a quanto fatto finora «sul piano sia penale che civile e amministrativo».
Tornando a Vivendi, la decisione di salire al 30% è stata presa ieri dal consiglio di amministrazione e approvata da quello di vigilanza, hanno spiegato i francesi, dopo quanto è accaduto da venerdì scorso in poi: prima l’incontro tra il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine e quello di Mediaset Pier Silvio Berlusconi, poi il comunicato di Mediaset del 17 dicembre e infine le recenti posizioni di Fininvest.
La mossa di Vivendi, insomma, è la risposta all’indisponibilità di Mediaset a trattare sul contratto firmato ad aprile per l’acquisto di Premium, contratto disatteso dai francesi che hanno parlato di dati gonfiati. Per Mediaset, invece, quel contratto non è stato altro che l’inizio dell’esecuzione di un piano teso a far crollare i titoli del Biscione in Borsa per poi arrivare a rastrellarli con il tentativo di scalata. Ed è questa la sostanza degli esposti in procura e Consob.
Nell’incontro fra de Puyfontaine e Pier Silvio Berlusconi di venerdì scorso, com’era prevedibile, la proposta francese di trovare un accordo e quindi ritirare la denuncia del Biscione e di Fininvest con tanto di richieste di risarcimento danni da 2 miliardi di euro non è stata accettata. Con il comunicato di sabato, poi, Mediaset ha detto che «non esiste alcuna trattativa» e che «è suo dovere tutelare gli interessi della società e di tutti i suoi azionisti, non solo di chi detiene il 20% delle azioni», facendo riferimento al fatto che non può scendere a compromessi su un contratto già firmato e che l’unica via d’uscita sarebbe che i francesi pagassero i danni richiesti in tribunale. Ora, o più precisamente fra qualche giorno, entrambi i contendenti saranno sull’orlo dell’offerta pubblica di acquisto. Già Fininvest non può fare acquisti per andare oltre il 40% attuale fino ad aprile prossimo. Se Vivendi sia realmente intenzionata ad arrivare a un’opa è difficile dirlo. La storia di Bollorè ha mostrato che il finanziere gioca più che altro con guerre di nervi, dopo aver mostrato i muscoli. In un’intervista al Corriere della Sera de Puyfontaine ha opposto un no comment alla domanda se ci sarebbe stata un’opa, ma ha anche aggiunto che Vivendi ha i mezzi finanziari per farlo.
A Piazza Affari, nel frattempo, Mediaset ha chiuso la prima seduta della settimana in rialzo dell’1,52% a 3,6 euro azione.