Il Paese, che secondo l’Antitrust europeo dovrebbe essere risarcito per tasse non versate, respinge ogni accusa di trattamento fiscale favorevole per Cupertino
13 miliardi di euro. Secondo l’Antitrust europeo è la cifra che Apple deve scrivere su un assegno da consegnare al governo irlandese. Un rimborso delle tasse non versate negli ultimi due decenni, per aver goduto di aiuti illegali nel Paese. E quindi di un trattamento fiscale favorevole. Dublino, sin dal giorno della decisione — il 30 agosto — nega ogni accusa e aggiunge che la presa di posizione della Commissione interferisce con la sovranità del Paese. Già a settembre aveva annunciato il ricorso. Quasi quattro mesi dopo il ministero delle Finanze prima spiega che Bruxelles «ha mal interpretato i fatti rilevanti e la legislazione irlandese» poi porta il caso davanti al tribunale generale dell’Unione europea per annullare la “sentenza” e quindi il risarcimento.
Guerra «legale»
La Commissione ha pubblicato il testo integrale della decisione, che si conclude con l’indicazione vincolante per l’Irlanda di recuperare l’aiuto illegale. Dublino, dal canto suo, sostiene che la Commissione, chiedendo a Cupertino un risarcimento a nove cifre, ha ecceduto nelle sue competenze, interferendo con la sovranità fiscale. L’esecutivo irlandese teme che questa decisione possa inficiare la credibilità del sistema tributario irlandese e non intende essere percepito come un paradiso fiscale. E anche Apple non sta a guardare: da subito ha annunciato il ricorso ai giudici europei, definendo «nefasta» la decisione, per gli investimenti e il lavoro nel vecchio Continente. Nella guerra «legale» è intervenuto anche il ceo Tim Cook con una lettera alla comunità della Mela, assicurando : «Non rinunciamo al nostro impegno in Irlanda».
di Michela Rovelli, Corriere della Sera