L’immobile di Alleanza nazionale fu comprato da Giancarlo Tulliani con i soldi del re delle slot Corallo. E ora l’arresto dell’imprenditore catanese e dell’ex parlamentare Laboccetta svela i conti esteri del suocero dell’ex presidente della Camera
DI PAOLO BIONDANI E GIOVANNI TIZIAN, L’ESPRESSO
Game over. Arrestati il re delle slot e il politico diventato suo tesoriere. Francesco Corallo, l’imprenditore catanese diventato miliardario grazie alla concessione statale per gestire il gioco d’azzardo legalizzato, è stato arrestato dalla polizia olandese nell’isola caraibica di Saint Marteen. Corallo è inquisito dalla Procura di Roma come capo di un’associazione per delinquere finalizzata a commettere numerosi reati tra cui spicca il ricicilaggio di denaro sottratto al fisco: decine di milioni di euro che il suo gruppo Atlantis-Bplus (di recente ribattezzato Global Starnet) avrebbe dovuto versare allo Stato italiano, come tasse sui profitti sviluppati da oltre 73 mila macchinette mangiasoldi (slot e vlt) che l’imprenditore siciliano ha potuto installare a partire dal 2004 in tutta la Penisola.
In realtà le indagini internazionali guidate dallo Scico, il reparto antimafia della Guardia di Finanza, documentano che i soldi dovuti all’erario sono stati dispersi e occultati in una rete di società offshore controllate dai più stretti collaboratori di Corallo. Come Rudolf Baetsen, il suo braccio destro ai Caraibi, e Amedeo Laboccetta, parlamentare del Pdl fino al 2013 nonché rappresentante per l’Italia di Bplus-Atlantis, già indagato per favoreggiamento a Milano, tuttora tra i dirigenti di Forza Italia in Campania. Baetsen è stato arrestato a Saint Marteen, mentre Laboccetta è stato ammanettato a Napoli e trasferito in carcere a Roma.
Francesco Corallo, imprenditore catanese diventato miliardario grazie alla concessione statale per gestire il gioco d’azzardo legalizzato, è stato bloccato dalla polizia olandese nell’isola caraibica di Saint Marteen. Fermato anche Amedeo Laboccetta
L’inchiesta dello Scico, nata dalle prime indagini milanesi sui versamenti segreti di Corallo all’ex banchiere della Bpm Massimo Ponzellini, ha ricostruito anche la storia completa della casa di Montecarlo, che creò grave imbarazzo all’ex presidente della camera Gianfranco Fini. Tra gli indagati a Roma ora compaiono Giancarlo e Sergio Tulliani, il cognato e il suocero dell’ex leader di An.
Fino a ieri si conosceva solo la prima parte della vicenda, in cui mancava proprio il ruolo di Corallo. Nel luglio 2008 Alleanza nazionale vende per 300 mila euro un appartamento di Montecarlo, in Boulevard Principesse Charlotte 14, che era stato donato al partito, per testamento, dalla contessa Anna Maria Colleoni, morta il 12 giugno 1999. A comprarlo è una offshore, chiamata Printemps, che nell’ottobre 2008 lo rivende per 330 mila euro a un’altra società anonima caraibica, Timara Limited. L’appartamento viene subito affittato a Giancarlo Tulliani, che è fratello di Elisabetta, la moglie di Fini.
Dopo la rottura tra Berlusconi e il leader di An, l’allora ministro forzista Franco Frattini trasmette alla procura di Roma una lettera, firmata dal capo del governo dell’isola di St. Lucia, che indica Giancarlo Tulliani come titolare effettivo delle due società offshore. All’epoca il pm Pierfilippo Laviani archivia il caso, spiegando che l’appartamento era di proprietà del partito, che come associazione privata poteva rivenderlo a chiunque, mentre il prezzo pagato, benchè molto inferiore al valore di mercato, era comunque superiore alla cifra (273 mila euro) per cui era registrato nei bilanci di Alleanza nazionale.
Ora le nuove indagini, coordinate dal pm Barbara Sargenti, rivelano che a pagare l’intero prezzo dell’appartamento fu una società offshore controllata da Corallo. Secondo l’accusa, quindi, Tulliani ha potuto acquisire l’appartamento senza versare un soldo. I nuovi documenti scoperti dalla Guardia di Finanza, che ha potuto per la prima volta perquisire anche il quartier generale di Corallo nell’isola di Saint Marteen, documentano inoltre che lo stesso appartamento è stato poi rivenduto a una cifra molto maggiore: 1 milione e 360 mila euro. Soldi incassati dalle offshore di Tulliani. E poi depositati su conti esteri intestati anche a suo padre, Sergio Tulliani. Attraverso il doppio affare di Montecarlo, quindi, il cognato e il suocero dell’ex leader di An hanno intascato oltre 300 mila euro dalle offshore Corallo e un altro milione dall’acquirente finale, senza mai sborsare un soldo.
L’inchiesta ha ricostruito altri versamenti dalle società offshore di Corallo ai conti esteri dei Tulliani, per un totale di circa due milioni e 600 mila euro. Questa mattina all’alba i militari dello Scico hanno perquisito anche la casa di Sergio Tulliani, che abita a Roma nello stesso palazzo dove vivono sua figlia Elisabetta e Gianfranco Fini.