di Cesare Lanza
Scommettiamo che, concluso il referendum, le forze politiche ritroveranno una pur minima serenità e si dedicheranno ai tanti problemi da risolvere? Lo so: quasi certamente è un’utopia. Guai, guai agli scommettitori che si fanno condizionare da desideri e speranze, anziché ispirarsi a valutazioni realistiche.
Ma ci provo ugualmente, voglio troppo il bene della nostra bella e anzi meravigliosa, anche se impoverita e tormentata Italia, per rinunciarvi. E poi non mi è piaciuta la campagna elettorale. Lunga ed estenuante: sei mesi! Volgare; ricca di insulti e perfino di bestemmie. Rozza: nei vari dibattiti televisivi troppi protagonisti sembravano impegnati a urlare e sopraffare, addirittura a minacciare e impaurire gli elettori, piuttosto che a ragionare, a distinguersi nel confronto. E anche grossolana: poche spiegazioni divulgative, un trionfo di esibizionismi e garbugli di chiacchiere. Insomma: un disastro, un incubo. Ora è finita e di proposito scrivo questa nota, prima di conoscere il risultato definitivo. Perché sarà bene che gli animi si raffreddino e si pensi seriamente, dopo sei mesi di immobilismo, ai drammatici problemi che ci affliggono. È questo, soprattutto, che mi viene in mente. Una lunga, inquietante lista di guai: vorremo affrontarli, prima possibile, senza più un minuto di indugio? Il debito pubblico. Le grinfie dell’Europa. La disoccupazione. I migranti. Gli ospedali problematici. I trasporti indecenti. Le tasse soffocanti. La delinquenza dovunque. Aiuto! Mi fermo qui, ma l’elenco è interminabile.
di Cesare Lanza, La Verità