Bernabò: dibattiti e incontri per capire i problemi dei cittadini
A Viareggio esce acqua gialla dai rubinetti delle case? A richiamare l’attenzione e l’intervento della società di gestione ci pensano il Tirreno e i suoi lettori. Nel Nord est c’è preoccupazione per gli scenari macro-economici? Mattino di Padova, Piccolo di Trieste, Messaggero Veneto, Nuova Venezia, Tribuna di Treviso e Corriere delle Alpi riuniscono esperti per capire i prossimi trend, così come gli storici locali coinvolti dalla Gazzetta di Reggio svelano storia e bellezze nascoste della città emiliana.
Sono queste alcune delle recenti iniziative organizzate dai quotidiani locali Finegil (gruppo L’Espresso) per «rafforzare il legame testata-cittadino», spiega a ItaliaOggi Roberto Bernabò, direttore editoriale a capo del network delle 14 testate. «L’intenzione è aiutare i cittadini a collegarsi tra loro, a condividere i bisogni comuni e a farsi sentire, soprattutto in un mondo sempre più digitale che dà voce a ognuno ma rischia di creare una ridda indistinta di opinioni». In parallelo, l’obiettivo per l’editrice guidata dall’a.d. Monica Mondardini e presieduta da Carlo De Benedetti è verificare la possibilità di sperimentare in qualche giornale un club di lettori entro il 2017, proponendo ai cittadini una formula di membership (o adesione a pagamento) con tanto di contenuti, servizi riservati e per l’appunto iniziative sul territorio.
Un po’ quello che ha fatto, in termini di membership, il Guardian in Gran Bretagna anche se «all’estero non mancano esempi di iniziative analoghe sul territorio», precisa Bernabò. «Sempre in Inghilterra si è mosso su questa linea il Trinity Mirror e negli Stati Uniti, tra gli altri, il Tampa Bay Times e Billypenn.com. Per tutte le testate locali, la filosofia sottostante a questi progetti è che le redazioni non siano solo produttrici di contenuti ma anche promotrici delle comunità per risolvere problemi concreti, scendendo fin nel dettaglio dei singoli quartieri, e per ricostruirne il senso di appartenenza, soprattutto in periodi come quelli attuali dove il fenomeno delle migrazioni sembra mettere in discussione il senso di appartenenza». Sempre secondo il direttore (già al timone del toscano Tirreno), per i quotidiani locali significa recuperare autorevolezza, promuovere la produzione di nuovi contenuti su carta, web e social partendo dagli «umori profondi dei lettori» e, non da ultimo, sostenere le vendite in edicola o i clic online.
Così tra l’altro il Tirreno ha avviato Caffè Tirreno, percorso nei quartieri di città e nei singoli paesi, per discutere dei problemi dei cittadini. Confronto che a Viareggio ha portato, sul caso dell’acqua gialla, a un abbassamento delle tariffe e a investimenti aggiuntivi per la manutenzione delle tubature da parte dell’utility. A Livorno, invece, il giornale e la polizia locale hanno spiegato ai cittadini più anziani come prevenire le truffe telefoniche o gli imbrogli di alcuni venditori porta a porta. Iniziativa che, come in altri casi Finegil, si è tradotta in contenuti editoriali, nella fattispecie in un vademecum di quattro pagine sul quotidiano in edicola. Nel caso delle testate del Nord est italiano, peraltro, le riflessioni sull’economia sono state declinate sia come mensile cartaceo in comune ai sei quotidiani con relativo sito web sia come servizio di newsletter serale e ulteriore calendario di dibattiti e incontri.
«L’anno prossimo vogliamo affinare i diversi format ed estenderli ad altre città in cui è presente il network Finegil», prosegue Bernabò. «L’importante è però, e questo vale per tutta la stampa italiana, che i giornali riescano a recuperare contatto e autorevolezza presso i lettori. Non è tanto una questione di vendita di copie, che per le pubblicazioni locali tengono». Da una parte invece è quasi un ritorno al passato quando nei piccoli centri quello che scrivevano le varie Gazzette era oggettivamente vero e dall’altra, sempre secondo il direttore Finegil, «si tratta di capire come sono cambiati i problemi prioritari dei cittadini». Per esempio? «In primo piano ci sono la sicurezza così come viene percepita, l’integrazione con i migranti e la pulizia delle strade», conclude Bernabò. «Alle critiche verso i comuni, una volta molto numerose, si sono sostituiti poi i giudizi spesso negativi sui servizi sanitari pubblici».
di Marco A. Capisani, Italia Oggi