L’addio al Cda di United Colors, scontro sulla strategia di Roberta Paolini
Alessandro Benetton lascia il consiglio di amministrazione di Benetton Group. Le dimissioni – a quanto riferiscono fonti interne alla azienda – sono state depositate nei giorni scorsi. Dopo essere stato presidente esecutivo del gruppo fino al 2013, incaricato di ridisegnare i contorni dell’impero del maglione colorato, il figlio di Luciano abbandona dunque l’impresa che porta il nome di famiglia.
La sua uscita è presumibile che venga formalizzata lunedì con una comunicazione ufficiale. Ma lo strappo di Alessandro potrebbe non riguardare solo l’imprenditore cinquantenne a capo della 21 Investimenti. Rimane tutto da capire, infatti, se un membro del ramo della famiglia afferente a Luciano occuperà la sedia lasciata vuota in consiglio.
All’interno della famiglia di Ponzano Veneto si sta dunque consumando una tensione mai vista prima. E una chiarissima presa di distanze da parte di Alessandro rispetto a una conduzione che non lo vede concorde da un paio d’anni. Siamo a un bivio secco. Da una parte vi è la probabilità di una ristrutturazione dello storico gruppo di abbigliamento, mentre secondo la tesi di Alessandro, invece, sarebbe stato indispensabile puntare a un rilancio. Un dissenso radicale, di politica industriale, molto più che un contrasto di caratteri come può avvenire in ogni famiglia.
Che ci fosse stata una presa di distanza progressiva di Alessandro dalle sorti e dalla gestione di United Colors dopo il suo addio nel 2014 era chiaro da tempo.
In una intervista rilasciata al nostro giornale lo disse apertis verbis, ammettendo che dalla sua uscita partecipare alle riunioni del consiglio era “solo una occasione per rimanere un po’ informato”. Della gestione che gli è succeduta dal suo addio, prima con il duo Mion-Airoldi e poi di recente con la nomina di Francesco Gori alla presidenza al posto dello storico manager di famiglia, Alessandro Benetton non ha taciuto di non essere stato coinvolto.
Ammettendo lui stesso, a maggio di quest’anno al rinnovo del board carica fino al 2018, di non aver ancora avuto modo di conoscere il nuovo presidente Gori.
Tanto nervosismo è lo specchio del difficile turnaround industriale del gruppo fondato da Luciano, Gilberto, Carlo e Giuliana. Dopo la scissione a tre della storica azienda, tra la parte industriale, quella immobiliare e il retail, la situazione non accenna a migliorare. Il piano era partito con Alessandro al comando, ma a solo un anno e mezzo dalla sua nomina (che aveva commentato con la celebre frase «è la prima volta in cui ho deliberatamente scelto di fare qualcosa che non mi conveniva») lasciò la presidenza esecutiva.
Al suo posto arrivarono Gianni Mion da presidente e Marco Airoldi nel ruolo di ad. Allora si disse che la famiglia aveva deciso di spingere per la managerializzazione dell’azienda. Altri lessero invece in controluce uno scontro tra Alessandro e lo zio Gilberto. Quel che sia stato, a tre anni data dal piano, i risultati non si vedono e per il gruppo il suo cinquantunesimo anno di vita si preannuncia come il più difficile. Il 2015 si è chiuso ancora in rosso, per 46 milioni di euro e i ricavi hanno continuato a calare, 1,5 miliardi di fatturato, -1,2%. Tanto che, non è un mistero per nessuno, la società è alla ricerca di un partner industriale e c’è chi si spinge ad affermare che potrebbe essere disposta a cedere anche il controllo dell’azienda di famiglia. Un’eresia solo il pensiero fino a qualche mese fa.
Tutto ciò avviene mentre in Edizione, cabina di regia dell’impero di Ponzano Veneto, si sta consumando una svolta epocale. Con Mion che lascia il suo ruolo di ad, contestualmente all’uscita di Gilberto Benetton dal ruolo di presidente. Dal 2017, infatti, arriveranno a guidare la cassaforte di famiglia Marco Patuano nel ruolo di amministratore delegato e in quello di presidente Fabio Cerchiai, attuale numero uno di Atlantia e altro manager storicamente vicino alla famiglia. Un addio quello di Gilberto dal vertice della holding che dice come gli antichi equilibri della famiglia stiano cambiando. Equilibri che si ridefiniranno proprio nel come verrà risolta la questione del gruppo di famiglia. Il nucleo originario che diede inizio alla fortuna della famiglia di Ponzano Veneto, e che oggi si configura come lo snodo vero delle sorti future della casata imprenditoriale.
di Roberta Paolini