Un settore piccolo, ma in grande fermento: è il quadro della produzione di videogiochi in Italia, che secondo le stime Aesvi (l’Associazione che rappresenta l’industria dei videogiochi) sviluppa un giro d’affari di circa 40 milioni di euro contro i 20 milioni del 2014. Aesvi ha presentato ieri il terzo censimento dei game developer italiani a cui hanno risposto oltre 120 studi di sviluppo di videogiochi da tutta Italia. Il numero di studi operanti sul territorio cresce, e ci sono sempre più giovani sia per età degli imprenditori (l’età media è di 33 anni) sia per età delle imprese (il 62% delle imprese ha meno di tre anni, contro il 45% della rilevazione precedente).
Il 44% degli studi ha prodotto fino a cinque videogiochi negli ultimi tre anni, con una particolare concentrazione su alcuni generi come avventura, azione, arcade e puzzle. La produzione di videogiochi si concentra in particolar modo sulle piattaforme pc, con il 37% dei titoli e in crescita rispetto alla rilevazione precedente, e quelle mobile, che registrano una contrazione e coprono il 35% dei prodotti nostrani, a cui seguono quelle console, con il 14% di titoli, e quelle online, che coprono il 13% della produzione Made in Italy. Rilevante la quota di studi impegnata nello sviluppo di videogiochi in realtà virtuale, ben il 42%. Degli oltre 120 studi di sviluppo che hanno risposto alla rilevazione circa l’86% opera nel mercato consumer (B2C), realizzando videogiochi commerciali con finalità di puro intrattenimento, mentre il 61% opera nel mercato business, realizzando videogiochi per conto terzi.
ItaliaOggi