Purch Italy raddoppia i ricavi col network di video e Tom’s H.
St3pNy, Anima, CiccioGamer89. Nomi forse sconosciuti ai lettori di questo giornale, a meno che non abbiano figli adolescenti o giù di lì. Ma questi ragazzi hanno dagli 1,6 agli oltre 2 milioni di iscritti nei loro canali YouTube e raggiungono dai 270 ai 716 milioni di visualizzazioni. Cosa fanno? Filmati in cui giocano con i videogame e intanto commentano ciò che accade. Magari non sono mostri di giocatori, ma sicuramente sono grandi intrattenitori.
Questi numeri, peraltro, svelano un business in crescita. Da un lato gli youtuber che attraggono più traffico a fine anno portano a casa uno stipendio da manager, grazie alla pubblicità di Google visualizzata nei video e agli eventi a cui partecipano. Dall’altra ci sono società come Purch Italy che chiuderanno quest’anno con un incremento del 53% di ricavi, la metà del quale dovuto proprio al fatto di essere una sorta di consulente tecnologico-contabile-legale per molti youtuber. Il portale di Google, infatti, non segue personalmente tutti gli utenti, seppure così importanti in termini di fatturato.
Purch Italy, per l’esattezza, con Tom’s Hardware Network è uno dei multichannel network di YouTube e raggruppa circa 200 youtuber che producono 315 canali. Gestisce cinque sui dieci youtuber con più iscritti nella categoria gaming compreso il secondo che è St3pNy (il primo è un altro nome noto per i giovanissimi, Favij). Tre dei gamers di Purch sono inoltre nella top-ten generale di YouTube che include tutte le categorie di video.
Purch Italy, che in realtà si chiama 3Labs srl anche se dal 2013 è di proprietà del gruppo americano Purch, svolge prima di tutto la funzione di talent manager: va a individuare gli youtuber più promettenti quando ancora hanno (relativamente) pochi iscritti e propone loro di metterli sotto la propria ala, anche formandoli sul modo di rendere i video più accattivanti. Una volta famosi, poi, questi youtuber spesso sono rappresentati anche da agenti di spettacolo per attività oltre YouTube (per esempio il programma SocialFace su Sky), ma Purch mantiene comunque la possibilità di gestirli su tutti gli eventi che riguardano i giochi e la tecnologia.
«St3pNy lo abbiamo scoperto quattro anni fa quando aveva 6 mila iscritti», racconta Roberto Buonanno, country manager di Purch Italy, «oggi ne ha oltre 2 milioni. A un certo punto sembrava non volesse più andare avanti, ma noi sapendo che aveva stoffa lo abbiamo spinto a continuare affiancandolo anche con nostri altri youtuber. Un’altra scoperta è stata CiccioGamer89, che era rimasto intrappolato con un contratto capestro con un’azienda americana. Oggi è a 1,6 milioni di iscritti».
Di solito sugli youtuber più famosi la suddivisione dei ricavi è del 90/10, ovvero un 10% resta a Purch. La società non rende noti i ricavi dei suoi assistiti ma, per avere un’idea, Google riconosce dai 40 ai 70 centesimi ogni 1.000 visualizzazioni e quando queste raggiungono quote importanti come quelle dei maggiori youtuber le cifre cominciano a essere consistenti.
Di fatto la 3labs secondo le previsioni chiuderà il 2016 con 2,6 milioni di fatturato, contro gli 1,7 milioni del 2015 (+53%) e poco più di 1 milione nel 2014 (+68,4%). Come detto, oltre metà della crescita proviene dall’attività con gli youtuber (eventi compresi), dal product placement all’interno dei video alle campagne che coinvolgono le webstar e così via. Altra anima di Purch Italy, però, è Tom’s Hardware, il sito di tecnologia, una guida per gli acquisti, portato in Italia su licenza da Buonanno già nel 2003. Oggi la raccolta di Tom’s Hardware è affidata alla Manzoni, ma un 30% dei ricavi arriva dalle percentuali sulle vendite di Amazon e altri siti che Tom’s genera nelle pagine in cui si parla dei prodotti. «I nostri consigli restano indipendenti», dice Buonanno, «anche perché l’autorevolezza si costruisce con anni e anni di lavoro, ma se gli utenti si accorgono che non è più così poi basta poco per rovinare tutto. Contemporaneamente però forniamo anche i link per l’acquisto sui nostri affiliati».
Ma quanto può durare, invece, la carriera di uno youtuber, soprattutto dei gamer? «Una volta che raggiungi certi numeri, che diventi una webstar perché non stai solo su YouTube», conclude Buonanno, «se non sei scellerato vai avanti tutta la vita e riesci a trovare una strada per continuare»
di Andrea Secchi, Italia Oggi