Niente accreditamento con l’Inps, i dem presentano un’interrogazione parlamentare
“NO, SIGNORA, ci dispiace, il Comune di Roma non effettua questo servizio”. Così si sono sentite rispondere decine di mamme che, nelle ultime settimane, si sono rivolte agli sportelli municipali e, in ultima istanza, al Dipartimento Scuola del Campidoglio per ottenere il bonus asilo nido previsto da una legge dello Stato.
“Ma scusi, come non lo effettua, è un mio diritto, l’Inps mi ha riconosciuto i requisiti, sono una madre lavoratrice, non potete farlo”, la replica allibita delle genitrici. Alle quali è stato infine spiegato, ma solo informalmente e dopo mille insistenze, che il Comune non ha i fondi necessari e, a causa delle scarse risorse in bilancio, non può permettersi di aspettare il rimborso dell’Inps, che viene in genere erogato con mesi di ritardo.
Risultato? Nella capitale d’Italia le norme nazionali a tutela della maternità e dell’infanzia non valgono. Vengono ignorate. Di più: volutamente disapplicate. Nel completo disinteresse della giunta Raggi. E ciò a dispetto di un programma di governo che invece prometteva “una città a misura di bambino”.
Eppure quando nel 2012 il bonus babysitter e asilo nido venne approvato (e poi rinnovato di anno in anno) fu salutato da tutti come un prezioso strumento di sostegno al welfare. Si tratta, in sostanza, di un beneficio economico messo a disposizione dal governo per le mamme lavoratrici, le quali – non avendo redditi elevati – rinunciano al congedo parentale facoltativo, dopo quello di maternità obbligatorio, scegliendo di rientrare in ufficio o in azienda. Un voucher rilasciato dall’istituto di previdenza per un massimo di 600 euro e 6 mesi di durata a favore delle dipendenti, che si riduce a 3 mesi per le autonome, spendibile per pagare la baby-sitter o il nido. Per ottenerlo basta che il comune di residenza si accrediti presso l’Inps. Cosa che Roma ha finora sempre fatto, tranne quest’anno.
Una negligenza ora smascherata da una interrogazione parlamentare firmata dai deputati dem Orfini, Piazzoni e Miccoli. I quali prima hanno denunciato come il Campidoglio stia “pregiudicando l’accesso al bonus sancito da una legge dello Stato”. Quindi chiesto al ministro del Lavoro di verificare “la situazione, anche presso l’Inps” e magari “sollecitare il Comune di Roma ad adempiere alla procedura di accreditamento al fine di evitare che i cittadini di Roma possano restare esclusi da un beneficio regolato a livello nazionale”. Basterà a far battere un colpo alla sindaca?