Secondo le accuse i treni sarebbero dotati di un sistema automatico in grado di sversare le sostanze sulla tratta in presenza di velocità di oltre 40 chilometri orari
La chiusura dei bagni a bordo dei convogli sarebbe la soluzione prospettata alla Procura di Bari da Trenitalia per ottenere il dissequestro dei treni. È in sintesi quanto contenuto nell’istanza depositata ieri sera, a poche ore dalla notifica del provvedimento di sequestro di otto treni per violazioni ambientali. A quanto si apprende, Trenitalia chiederebbe la restituzione dei mezzi alla magistratura barese, ovviando alle presunte violazioni sullo sversamento dei liquami dei bagni con la chiusura degli stessi bagni e invitando i passeggeri, attraverso appositi messaggi comunicati nelle stazioni, ad usufruire dei servizi a terra in quanto inutilizzabili quelli a bordo. La soluzione proposta dalla società di trasporto riguarda i treni che percorrono tratte della durata di 25 minuti, assimilabile ad un servizio metropolitano, che non prevedrebbe alcun obbligo giuridico di mettere servizi igienici a disposizione dei pendolari.
Il sequestro
È stato eseguito questa mattina dai Carabinieri del Noe di Bari il sequestro preventivo di 8 treni regionali, per un totale di 30 carrozze, di proprietà di Trenitalia che era stato notificato all’azienda e alla Regione Puglia in qualità di responsabile del servizio di trasporto. Il valore dei convogli sequestrati – che svolgono il servizio tra Puglia, Molise e Basilicata – ammonta a 40 milioni di euro. Nello specifico si tratta di 4 treni Minuetto e altri 4 Vivalto. Stando alle indagini dei Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico, coordinate dal pm della Procura di Bari Baldo Pisani, i treni «smaltivano illecitamente rifiuti speciali non pericolosi, quali reflui dei servizi igienici contenuti nei serbatoi, attraverso lo scarico sui binari della tratta ferroviaria gestita da Trenitalia che si attiva quanto la velocità del rotabile supera i 40 chilometri orari».
Il sistema
I convogli, dalle varie stazioni dove si trovavano, sono stati trasferiti, per l’esecuzione del sequestro e per consentire gli ulteriori accertamenti investigativi, in idonei depositi ferroviari a Foggia e Taranto a disposizione dell’autorità giudiziaria barese. Il provvedimento di sequestro preventivo, emesso dal gip del Tribunale di Bari Francesco Agnino, in cui si contesta la violazione del codice dell’ambiente con riferimento allo smaltimento non autorizzato di rifiuti speciali, è stato notificato in qualità indagati al direttore regionale Puglia di Trenitalia e al responsabile del servizio Manutenzione e Pulizia della società. «Il problema ambientale – spiegano gli investigatori – data la diffusione nazionale di questo tipo di treni, è sicuramente di più ampia diffusione». Non si escludono disagi per i passeggeri, in particolare sulle tratte Taranto-Brindisi, Bari-Taranto e Lecce-Bari, ma Tranitalia – che già in una nota diffusa nella serata di ieri ha rimarcato il rispetto delle norme europee esprimendo fiducia nell’operato della magistratura – assicura di aver predisposto treni sostitutivi per garantire il servizio di trasporto e limitarsi i disagi per i pendolari.