GIORNALI. Sabato alle 16 al Teatro Stimate. I due giornalisti presentano il nuovo quotidiano, uscito il 20 settembre scorso, che hanno lanciato insieme
Tutta la verità, nient’altro che la verità. Quella che, secondo la formula in uso nelle aule di giustizia, Maurizio Belpietro e Stefano Lorenzetto, rispettivamente direttore responsabile e direttore editoriale della Verità», promettono di raccontare ai veronesi sabato 29 ottobre al teatro Stimate (ore 16, ingresso libero), rispondendo dalle domande di Lucio Salgaro, conduttore di Telearena. A riunire i due giornalisti (Lorenzetto era stato vicedirettore vicario di Belpietro al «Giornale» una ventina di anni fa) è stata proprio «La Verità», il nuovo quotidiano nazionale che hanno lanciato insieme lo scorso 20 settembre, con firme come Giampaolo Pansa, Mario Giordano, Luca Telese, Roger Scruton, Andrea Vitali, Giancarlo Perna, Aldo Forbice, Cesare Lanza, e un prezzo di copertina di 1 euro. E con una casa editrice che non ha soci di maggioranza e una compagine azionaria molto variegata, costituita da persone che aderiscono al progetto per motivi ideali e firmano all’atto d’ingresso un patto di non ingerenza nella linea politico-editoriale, in modo da garantire il più ampio pluralismo.Il motivo per cui «La Verità» viene presentata in anteprima nazionale a Verona è in parte dovuto al successo registrato dalla testata in Veneto (prima regione per numero di copie diffuse) e in parte all’alto tasso di veronesità dell’iniziativa editoriale, che oltre a Lorenzetto vede coinvolti altri due scaligeri: il condirettore Massimo de’ Manzoni, già vicedirettore del «Giornale» e di «Libero», e Marco Benatti, che partecipa all’avventura con la sua concessionaria di pubblicità Fullplan, società del gruppo Fullsix quotato in Borsa, di cui è presidente. Nell’occasione, Belpietro presenterà anche il suo libro «I segreti di Renzi» (Sperling & Kupfer), il cui sottotitolo – «Affari, banche, clan, trame. Tutto quello che non vogliono farvi sapere» – già un po’ spiega la nascita della «Verità», messa in piedi in meno di tre mesi dopo che il giornalista era stato bruscamente licenziato dalla direzione di «Libero» per le scottanti inchieste pubblicate sul presidente del Consiglio e sul padre del ministro Maria Elena Boschi, travolto dallo scandalo di Banca Etruria.
L’Arena