di CESARE LANZA
Scommettiamo che sarà Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, a pagare il conto, se non riuscirà a risolvere alla svelta alcuni problemi della squadra, insorti soprattutto per sua responsabilità? Ieri, sulla Verità mi sono occupato del caso, non solo tecnico ma soprattutto psicologico, del giovane Manolo Gabbiadini. Un attaccante che non riesce a trovare la propria identità e non ha sufficiente fiducia in se stesso, la poca che aveva gliel’hanno quasi distrutta i due allenatori che a Napoli ha trovato, prima il presuntuoso e limitato Rafael Benitez, oggi il sapiente ma ancor più superbo Sarri. La debolezza di questi due tecnici è di essere convinti che non esistano altre possibilità di giocare al calcio che non siano quella consolidata nel loro cervelletto. Come loro Arrigo Sacchi, Zdenek Zeman, Alberto Zaccheroni, Gian Piero Gasperini, Luciano Spalletti, Marco Giampaolo, Eusebio Di Francesco… E anche Massimiliano Allegri. I risultati sono spesso innovativi, pirotecnici e talvolta vincenti. Ma il loro limite è quello, insegnano eccellenti schemi di calcio, ma danno più importanza alle loro idee che ai campioni. Vedi Spalletti con Francesco Totti e anche Sacchi, che voleva far fuori Marco van Basten e Ruud Gullit: Berlusconi lo mandò a dirigere la Nazionale e il sostituto, il quasi esordiente Fabio Capello, con quegli assi vinse tre scudetti ! Perciò preferisco i motivatori duttili e pragmatici come Helenio Herrera, Enzo Bearzot, il già citato Capello, e Marcello Lippi, Antonio Conte, José Mourinho... Nel Napoli Sarri continua agiocare come se ci fosse ancora Gonzalo Higuain, il vero artefice dei successi. Cambiare schemi? Mai! E il vero colpevole della inaspettata crisi è lui.
di Cesare Lanza, La Verità