Dichiarato “inammissibile per difetto di giurisdizione”. I cinquestelle: “Non ci arrendiamo”
Il quesito referendario è neutrale e il Tar non è il luogo adatto per ricorrere. Con queste motivazioni il Tar del Lazio ha respinto il ricorso sul quesito del referendum costituzionale del 4 dicembre presentato da M5s e Sinistra italiana. Secondo il Tribunale amministrativo il ricorso “è inammissibile per difetto di giurisdizione”. In pratica il Tar ha ammesso la propria impossibilità a decidere su una materia di questo tipo già valutata dalla Cassazione e che non rientra tra quelle demandate alla giustizia amministrativa. Scrivono, infatti, i giudici amministrativi in una nota: “L’individuazione del quesito contestato è riconducibile alle ordinanze adottate dall’Ufficio Centrale per il Referendum istituito presso la Corte di Cassazione ed è stato successivamente recepito dal Presidente della Repubblica nel decreto impugnato”.
“Sia le ordinanze dell’Ufficio Centrale per il Referendum” che hanno predisposto il quesito referendario, “sia il decreto presidenziale nella parte in cui recepisce il quesito – si legge ancora nel comunicato – sono espressione di un ruolo di garanzia, nella prospettiva della tutela generale dell’ordinamento, e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità, che li sottrae al sindacato giurisdizionale”.
La decisione è stata assunta dalla sezione 2bis del Tar. Il ricorso era stato presentato dai senatori Loredana De Petris (Sinistra italiana) e Vito Crimi (M5s) che avevano giudicato ingannevole e faziosa la formulazione del quesito referendario.
“Non è una bocciatura nel merito – commenta a caldo il deputato cinquestelle Danilo Toninelli – Leggeremo le motivazione della sentenza e agiremo di conseguenza. Siamo convinti di essere nel giusto e non ci arrenderemo perché il titolo della riforma è una truffa”.
Repubblica