Proteste a Roma davanti al Mise, a Torino e a Milano sotto la sede dell’azienda e in Piazza Affari. Oltre il 60% della forza lavoro a rischio: 417 verso la cassa integrazione a zero ore prima dellì’uscita nel 2018, gli altri a rotazione
Oggi i lavoratori di Italiaonline sono in sciopero per l’intera giornata, con presidio sotto la sede del ministero dello Sviluppo economico in via Molise 2, dalle 14 alle 19, contro la procedura di cassa integrazione straordinaria avviata dall’azienda per il 60% dei dipendenti, ovvero 700 sul totale di 1.106. La internet company è nata a giugno 2016 dalla fusione per incorporazione di Italiaonline in Seat Pagine Gialle e subito è scattata l’operazione di tagli al personale che ha scatenato la protesta. Oltre a Roma diverse delegazioni di lavoratori protestano oggi a Torino e Milano: “Al presidio della sede di Roma sono presenti anche delle delegazioni che arriveranno dalle altre Regioni oggetto degli stessi provvedimenti. I lavoratori dimostreranno che non hanno nessuna intenzione di farsi scippare il proprio futuro”, annuncia Fabrizio Micarelli, segretario Slc Cgil di Roma e Lazio. Mentre un presidio è previsto anche di fronte all’entrata principale della sede milanese della compagnia, ad Assago Milanofiori Nord e in Piazza Affari, di fronte alla Borsa di Milano dalle 11 alle 13.
A seguito della incorporazione in Seat Pagine Gialle, Italiaonline ha depositato presso il ministero 700 nomi dichiarandoli in esubero. Tra questi, 417 lavoratori entreranno in cassa integrazione a zero ore per i prossimi due anni, per poi uscire completamente dall’azienda a giugno del 2018, mentre gli altri saranno in cassa integrazione su base rotatoria. Dal 30 settembre a oggi, rappresentanti dei lavoratori hanno incontrato i responsabili dell’azienda per cercare di evitare i licenziamenti, ricevendo però un secco “no” alle richieste.
“Chiediamo al ministero, e alle istituzioni Regionali presenti, di farsi carico delle preoccupazioni delle lavoratrici e lavoratori, mettendo in campo tutto quanto possibile per far recedere l’azienda dalla grave iniziativa unilaterale, che determinerebbe entro 24 mesi il licenziamento di 700 lavoratori e la chiusura di alcuni siti territoriali, tra cui quello di Roma. Siamo disponibili a un confronto che affronti le eventuali difficoltà aziendali, utilizzando tutti gli strumenti e percorsi alternativi ai futuri licenziamenti e chiusure di sedi”, conclude Micarelli. Annunciando lo sciopero, i lavoratori di Italiaonline hanno dichiarato che “oggi la logica non è più il risparmio ma il taglio di teste, di sedi, di consociate: non una riorganizzazione ma il disfacimento di un’azienda”.
Repubblica