La banca di Piazza Gae Aulenti frena: “Non vi è certezza della transazione”. Secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe cedere il 30% alle assicurazioni Pzu per una cifra di 2,5 miliardi di euro
Unicredit conferma le trattative per cedere Bank Pekao, la controllata polacca messa sul mercato insieme a Fineco in questo periodo nell’ambito della riscrittura della strategia da parte dell’ad Mustier (verrà presentata il 13 dicembre a Londra) e che dovrà lanciare un consistente aumento di capitale. “In relazione alle recenti voci riportate dalla stampa in merito alla potenziale dismissione di attività”, è uscita allo scoperto la banca italiana, “conferma che ha in corso trattative con Pzu e Polski Fundusz Rozwoju per esplorare la possibilità di porre in essere una transazione avente ad oggetto la sua controllata Bank Pekao”. Tuttavia – si frena nella nota dell’istituto – “non vi è alcuna certezza che queste trattative possano portare ad alcuna transazione nè certezza in merito alle condizioni alle quali tale operazione possa procedere”.
Secondo le ultime indicazoni, il gruppo di Piazza Gae Aulenti – che ha l’obiettivo di rafforzare il capitale (con un aumento secondo le stime di 5-6 miliardi, più la cessione di asset) – avrebbe concordato la vendita del 30% delle azioni della banca polacca Pekao all’assicurazione Pzu al prezzo di 11 miliardi di zloty, pari a 2,5 miliardi di euro. La notizia è rimbalzata dalla Polonia ed è stata riportata anche dal Wall Street Journal. La Gazeta ha anche indicato la fine di ottobre come termine per l’accordo.
Su Pekao i rumors si rincorrono da diverse settimane. Già ad inizio settembre si indicava la possibilità di un accordo nel breve. Da subito Pzu, nell’ambito di quella che è stata ribattezzata con il termine di ri-polonizzazione, ha manifestato un deciso interesse nei confronti della banca di cui Unicredit ha il 40,1% del capitale. Mustier nel rimodellare l’istituto, di cui è diventato a.d a luglio, ha messo da subito in chiaro che tutti gli asset erano sotto esame. Pekao è rientrata immediatamente in questa strategia tanto che a luglio è stato ceduto un 10% sul mercato per 749 milioni di euro (ieri peraltro è scaduto il lock-up).
Altro nodo è Pioneer. Fallita l’intesa con l’asset management di Santander ed essendoci interesse sulla società, è stato avviato un nuovo processo per sondare il mercato con le offerte vincolanti che scadono i primi di novembre. Per Pioneer è in pole Amundi che avrebbe presentato una maxi offerta da 4 miliardi di euro. In partita prova a restare anche Poste insieme a Cdp e Anima. Non è però detto che alla fine Mustier non scelga l’opzione di una ipo di Pioneer. In un contesto di strategic review da non sottovalutare poi il tema delle sofferenze. Si parla della cessione di un mega portafoglio di Npl per 20 miliardi di euro affiancato dalle Gacs (ossia garanzie dello Stato) così come già sperimentato dalla Banca Popolare di Bari. Secondo rumors di stampa in tre (Pimco, Fortress e Cerberus) sarebbero entrati nella short list per una quota di minoranza in una società veicolo che cartolarizzi i non perfoming loans.
La Repubblica