Dopo le parole dovrebbero arrivare i fatti. Le offerte di acquisto di Twitter dovrebbero arrivare entro questa settimana, con proposte che potrebbero toccare i 20 miliardi di dollari (circa 17,8 mld di euro). Ne scrive il Wall Street Journal che ricorda come la prima azienda a farsi avanti potrebbe essere Salesforce.
Da tempo il colosso dei servizi cloud sta puntando la società di microblogging. Ma non è il solo. Sulla lunga lista ci sarebbero anche l’interesse di Walt Disney e di Google.
A guardare bene Salesforce è la più piccola, con 50 miliardi di dollari di capitalizzazione (circa 44.6 mld di euro), seguita da Disney che ne ha il triplo, 150 miliardi di dollari (133,8 mld di euro), e infine Google che supera i 500 miliardi di dollari (446,1 mld di euro). Dalla sua parte ha però la forza del suo amministratore delegato, Marc Benioff, che è stato il pioniere del modello dei software via cloud per le imprese.
Salesforce, che è un brand sconosciuto, con Twitter potrebbe aumentare la sua popolarità e allo stesso tempo avere accesso a dati infiniti da mettere ai disposizione del business e di un potenziamento nei progetti di intelligenza artificiale. C’è però il problema dell’andamento di Twitter, che continua a non crescere e a non fare profitti, ma soprattutto quello della diversità delle due aziende. Distanze incolmabili secondo alcuni che potrebbero fare più male che bene a Salesforce.
I problemi nel processo di vendita potrebbero sorgere però all’interno di Twitter stesso. Secondo Bloomberg, infatti, all’interno della società c’è una battaglia fra tre persone su quale debba essere il futuro del social. In particolare il fondatore Jack Dorsey vorrebbe che Twitter restasse indipendente mentre il co-fondatore e membro del board Ev Williams vorrebbe vendere. A loro si aggiunge il chief financial officer Anthony Noto, che ha preso molto potere ultimamente per rimediare alla passività di Dorsey. Secondo i rumors, sarebbe stato proprio Noto a spingere verso l’apertura di Twitter sui live video e sulle dirette dello sport. Il problema è che in mancanza di una leadership chiara il progetto continua a non prendere una direzione e un’identità definita, viaggiando fra il suo ruolo di social, di piattaforma di microblogging e ora di broadcast. Un’incertezza che i possibili acquirenti dovranno risolvere.
Italia Oggi