In passato le circostanze hanno convinto l’editore a lasciare la gestione a uomini fidati. Potrebbe affidare a Marco Pompignoli la poltrona di a.d.
Urbano Cairo lavora negli uffici di Rcs da una sessantina di giorni fino all’una di notte, controlla personalmente 4 mila fatture al mese, e quando rincasa, invece di prendere sonno, si mette a fare le pulci a La7 che non trasmette la diretta dagli Usa dello scontro presidenziale Donald Trump-Hillary Clinton, mandando sms alle tre di notte a Enrico Mentana.
Cairo indubbiamente lavora molto. Ma le circostanze, suo malgrado, lo hanno costretto a imparare a delegare. In Cairo communication, il gruppo da cui è partito tutto, il business della raccolta pubblicitaria è ormai nelle mani dell’amministratore delegato Uberto Fornara, cui qualche volta Cairo, scherzosamente, rimprovera di dedicare un po’ troppo tempo agli allenamenti in bicicletta. L’uomo dei conti è invece il fidatissimo Marco Pompignoli, direttore amministrazione, finanza e controllo. Quanto al comparto dei periodici e dei libri, lì governa da anni il direttore generale di Cairo editore, Giuseppe Ferrauto, con i consigli di Andrea Biavardi (direttore di più testate e consigliere di Cairo editore) ma soprattutto del totem Sandro Mayer.
Pure al Torino Football Club, acquisito nel 2005, Cairo voleva fare tutto da solo. Nel tempo, tuttavia, ha cambiato atteggiamento. E adesso la parte operativa è nelle mani del direttore generale Antonio Comi e del direttore sportivo Gianluca Petrachi, mentre il consiglio di amministrazione, oltre che dal presidente Cairo, è composto dalla fidata triade Ferrauto-Fornara-Pompignoli (parlare di triadi nel calcio torinese evoca anche la famigerata Moggi-Giraudo-Bettega di sponda juventina).
A La7, comprata nel 2013, Cairo ha avuto un approccio del tutto simile a quello che sta applicando in queste settimane a Rcs: si è trasferito a Roma per alcuni mesi, ha passato al setaccio i conti della tv riga per riga, ha risparmiato oltre 110 milioni di euro di costi con poche mosse. Ma ha capito che non poteva occuparsi in prima persona di tutti i palinsesti (il direttore dell’epoca, Paolo Ruffini, se ne andò da La7 perché, sostanzialmente, non aveva nulla da fare). E ora molte deleghe di La7 sono passate realmente in capo all’amministratore delegato Marco Ghigliani (nel cda di La7 con Cairo e la consueta triade) e al direttore di La7, l’esperto Fabrizio Salini.
In Rcs Media Group ci vorrà un po’ di tempo per arrivare a una configurazione di crociera: per ora, Cairo è sia presidente, sia, da due giorni, amministratore delegato. E la barca del gruppo editoriale si dovrà raddrizzare senza timori di ulteriori scossoni prima che l’imprenditore alessandrino liberi (forse) la poltrona di a.d. Per affidarla, magari, a Pompignoli, che intanto si è portato nel cda di via Rizzoli.
Comunque, dopo un eventuale alleggerimento dei suoi impegni su Rcs, Cairo non si annoierà: potrà sempre dedicarsi con passione anche alle attività sportive del collegio San Carlo di Milano, di cui è consigliere, o al business del mattone di Immobiliare costruzioni Belvedere di Giuseppe Cairo, di cui è socio amministratore, o di Tortona immobiliare, di cui è amministratore unico.
Italia Oggi