Giornata intensa oggi per i problemi dell’Ilva: tre i momenti. Uno di confronto sui temi industriali e di prospettiva dell’azienda, un secondo di carattere sindacale e un terzo solo giudiziario. A Taranto si terrà l’ultimo, a Roma, invece, i primi due. Alle 14 i commissari dell’Ilva, Gnudi, Laghi e Carrubba, andranno in audizione alla Camera, alla commissione Attività produttive presieduta da Guglielmo Epifani (Pd), e alle 18 incontreranno sempre a Roma i sindacati metalmeccanici, confronto quest’ultimo sollecitato dal Governo proprio dopo l’incidente mortale di Taranto nel quale, sabato scorso, ha perso la vita un operaio di 25 anni, dipendente di un’impresa appaltatrice, Giacomo Campo. Ma è evidente che anche l’audizione alla Camera, inizialmente programmata per fare il punto sulla procedura di cessione in corso del gruppo Ilva, avrà il suo focus sulla sicurezza sul lavoro. I commissari Ilva, in una nota diffusa domenica scorsa, hanno assicurato impegno sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dello stabilimento siderurgico e anche nel rapporto con l’autorità giudiziaria e quella istituzionale > I sindacati, che hanno promosso a Taranto due giornate di sciopero dopo l’incidente – una dei lavoratori diretti, l’altra di quella degli addetti delle imprese di pulizia industriale e civile -, attendono oggi dai commissari Ilva le prime risposte significative sul versante della sicurezza. Sabato scorso, incontrando in Prefettura a Taranto il vice ministro del Mise, Teresa Bellanova, i sindacati hanno chiesto che anche nella fase di transizione che segna ora la vita dell’Ilva ci sia la massima attenzione e la massima vigilanza sulla tutela dei lavoratori, sia diretti che esterni. > E intanto, dopo l’interruzione estiva, riparte questa mattina in Corte d’Assise il maxi processo “Ambiente Svenduto” che dovrà fare luce sul disastro sanitario e ambientale di Taranto causato, secondo la Procura, dalle emissioni nocive dell’Ilva.
Oggi la Corte, presieduta dal giudice Michele Petrangelo, dovrebbe sciogliere la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile che sono state presentate dopo il nuovo rinvio a giudizio degli imputati avvenuto nei mesi scorsi dopo l’azzeramento dell’udienza preliminare conclusasi a luglio del 2015. Le richieste di costituzione parte civile gia’ ammesse sono quasi un migliaio. A partire da oggi, le nuove udienze saranno dedicate ancora alle cosiddette questioni preliminari mentre il processo, che ha portato alla sbarra 47 imputati (44 persone fisiche tra i quali Fabio e Nicola Riva, l’ex governatore di Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Taranto, Ezio Stefa’no, e tre società quali Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici, entrerà nel vivo il 3 ottobre giorno in cui il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano depositerà, secondo quanto ha annunciato nei giorni scorsi, la richiesta di revoca della facoltà d’uso degli impianti dell’area a caldo dell’Ilva. Impianti – altiforni, acciaierie, parco minerali etc. – sequestrati dalla Magistratura il 26 luglio 2010 e sui quali è poi intervenuto il Governo con il primo dei decreti Ilva, convertito nella legge 231 del 2012, che ha consentito che l’azienda potesse farli funzionare per consentirne la bonifica ambientale. > Ieri mattina, invece, dinanzi al Tribunale civile si e’ svolta una nuova udienza del processo per la quantificazione del risarcimento chiesto dal Comune di Taranto. Nell’udienza è stato ascoltato l’ex dirigente Ilva, Angelo Lalinga, in merito al ruolo dei cosiddetti “fiduciari” della famiglia Riva e del “governo ombra” costituito all’interno della fabbrica. Lalinga ha ripercorso le dichiarazioni rese ai finanzieri nel corso delle indagini ed ha precisato che la presenza dei “fiduciari” era cosa conosciuta a quanti operavano nel siderurgico, ma di non aver mai preso ordini diretti da qualcuno di loro. La prossima udienza del processo civile è fissata per il 20 dicembre.