Il pay-off sotto il nome del sito ancora in modalità beta (cioè in prova) spiega in cinque parole la filosofia del prodotto, il senso della sua offerta commerciale: «Articly, lizez ce qui vous plait», leggete solo quello che vi interessa.
Senza essere costretti a sfogliare i giornali online. Senza essere costretti a sottoscrivere abbonamenti. Senza dovervi fermare davanti ai paywall che, dopo il titolo, il sommario e poche righe (l’attacco come si dice in gergo giornalistico), interrompono la lettura e bisogna munirsi di carta di credito.
Il funzionamento di Articly è infinitamente più semplice e più abile. Non vuole (al momento!) i vostri quattrini ma solo i vostri dati e le vostre preferenze di lettura, possibilmente attraverso Facebook. Ci pensa lui a fare ogni giorno una selezione (si potrebbe dire, all’antica, una rassegna stampa) degli articoli che potrebbero interessarvi e ve li propone a un prezzo compreso tra 0,20 a 1,2 euro, a seconda della tariffa stabilita dall’editore del giornale, periodico o quotidiano che sia. In ogni caso questa cifra sarà scontata dai 2 euro che Articly vi offre gentilmente tutte le volte che entrate nel sito, vi registrate e vi accingete alla lettura.
Ovviamente, per funzionare, Articly, una start-up ideata dal solito giovanotto ingegnere informatico (in questo caso, Pierre Tisserand, laureato all’Ecole des mines, l’università d’eccellenza da cui uscivano un tempo gli ingegneri minerari) ha bisogno di un po’ di quattrini per l’avviamento e del maggior numero di testate giornalistiche nel suo database.
Per i quattrini hanno già provveduto due talent scout del settore come Jacques-Antoine Granjoin, l’inventore di Vente-Privée (50 milioni di clienti e due miliardi di fatturato: vedere ItaliaOggi dell’8 settembre), e Xavier Niel, il tycoon della telefonia mobile con Iliad e Free (dopo essere stato il re delle hotline porno).
Per il database delle testate alcuni grandi editori di periodici come Condé Nast, Prisma, So Press e Sophia Publication hanno già aderito all’iniziativa; altri come Mondadori France e Lagardère Active sono in trattative.
Al momento nella pancia di Articly ci sono Marie Claire, Capital, Geo, Historia, Le Magazine Littéraire, Causette, Psychologies Magazine, Inrocks. E due quotidiani, Le Parisien (che si è appena rifatto nuovo con 10 milioni d’investimento del suo editore, Bernard Arnault di Lvmh: vedere ItaliaOggi del 9 settembre) e l’Opinion.
La ragione per cui un editore debba offrire i suoi prodotti ad Articly lo spiega il direttore marketing di Prisma, Laurent Grolée: «Con questa piattaforma riusciremo a contattare lettori nuovi, giovani, che difficilmente vanno sul sito delle nostre testate o sul portale della nostra casa editrice. Stiamo facendo una prova. Se Articly ci porterà almeno il 10% di lettori aggiuntivi, la collaborazione diventerà stabile».
Tisserand, l’ideatore di Articly, è soddisfatto. La sua piattaforma di articoli e servizi giornalistici à la carte sembra piacere. «Gli editori», spiega, «allargheranno il loro mercato. E ci sarà una bella visibilità per le loro testate. Tutti gli articoli scaricati dal sito avranno ben in vista il logo dei giornali e la riproduzione della copertina. Faranno venire voglia di leggere, bien sur». L’obiettivo minino è 10 mila lettori à la carte.
Giuseppe Corsentino, ItaliaOggi