Lo studio della PwC sulle metropoli mondiali prende in considerazione dieci indicatori, tra cui l’offerta residenziale e il costo della vita. La Capitale inglese sotto esame dopo la Brexit, bene Parigi malgrado l’incognita terrorismo
Londra di nuova prima, come l’anno scorso. Singapore medaglia d’argento, Toronto terza. Quindi Parigi ed Amsterdam. Lo studio “Cities of Opportunity” – curato dalla PwC – aggiorna la classifica delle città che uniscono un grande dinamismo economico ad un’elevata qualità della vita. E fa piacere ritrovare in graduatoria la nostra Milano, che si conferma al diciottesimo posto, prima tra le italiane.
La settima edizione dello studio, condotto da PwC ogni due anni, offre un’istantanea sullo stato di salute socio-economico di 30 tra le metropoli più importanti al mondo valutando 10 indicatori, tra cui trasporti e infrastrutture, facilità nello sviluppo del business, demografia e vivibilità, uso delle tecnologie e costo della vita.
Lo studio dimostra che le città riescono ad avere successo non solo quando registrano ottime performance economiche, ma quando presentano elementi di eccellenza su aspetti sociali, come l’elevata qualità della vita, il benessere delle fasce più anziane, l’offerta residenziale, la capacità di essere preparati a disastri naturali.
Milano consolida la posizione in classifica. La città, che pure fatica ad entrare nella top ten, sii distingue su alcuni importanti indicatori, come quelli della sostenibilità e qualità dell’ambiente naturale, salute e sicurezza, trasporti e infrastrutture.
In particolare, la città entra nella top 10 per sostenibilità e qualità dell’ambiente naturale (è al 9° posto) – guadagnando tre posizioni rispetto all’edizione del 2014 – grazie ad un’ottima gestione della scarsità dell’acqua (5°), del ciclo dei rifiuti (11°) e alla preparazione in caso di catastrofi naturali (10°), che bilanciano le criticità riscontrate dalla scarsa qualità dell’aria (16°), un elemento che rimane tuttavia importante nella definizione della qualità della vita.
Analogamente, buone performance sono collegate ai temi di salute e sicurezza (14° posto), dove risulta nella top 10 per 2 sotto-indicatori: prestazioni del sistema sanitario (3°) e ambiente politico (8°).
La città fa registrare, inoltre, un discreto posizionamento su trasporti e infrastrutture (16° posto), grazie alla copertura del servizio offerto dal trasporto pubblico (9°), alla convenienza dei biglietti (10°) e ad una discreta facilità negli spostamenti quotidiani per motivi di studio o lavoro (14°). Il risultato è al netto dei recenti interventi di potenziamento del sistema metropolitano, attualmente in corso (si fa riferimento alla ultimazione della linea metropolitana 5 e allo sviluppo della linea metropolitana 4).
Molto ha pesato Expo Milano 2015, che ha rafforzato l’immagine internazionale del capoluogo lombardo, che ha messo in campo avanguardia tecnologica, rinnovamento infrastrutturale, capacità attrattiva e apertura verso i flussi (di persone, merci, economie e informazione).
Ecco i punti di forza delle prime sette metropoli:
1) Londra, al primo posto per la seconda edizione di fila, allunga il passo rispetto alle altre città sul podio, risultando tra le migliori 3 in 6 indicatori: capitale intellettuale e innovazione; sviluppo delle tecnologie; l’essere un nodo degli scambi e dei traffici; demografia e vivibilità; peso economico; facilità di sviluppo del business. Investita dalla Brexit, la Capitale inglese ha di fronte sfide importanti, come la gestione dei flussi migratori e la capacità di trattenere i talenti, i flussi commerciali, gli investimenti;
2) Singapore, la città-stato riconosciuta per il suo sviluppo pianificato, si posiziona al secondo posto, guadagnando una posizione rispetto al terzo posto del 2014. Oltre ai punti di forza per sviluppo delle tecnologie, trasporti ed infrastrutture, sviluppo del business, ecco Singapore registrare un’ottima performance a livello fiscale. L’analisi sulle imprese, sulle persone e dell’efficienza fiscale rivela che Singapore, insieme a Dubai e Hong Kong, può vantare sia i più bassi livelli di tasse che la maggiore efficienza;
3) Toronto, al terzo posto, è nella top 10 in 7 indicatori su 10 (seconda in sanità, sicurezza e costo della vita e terza per sostenibilità e ambiente naturale, a pari merito con Seul);
4) Parigi sale nella classifica generale al 4° posto, rispetto al 6° del 2014. Malgrado un decennio di pressione economica e i più recenti attentati terroristici, la città ottiene ottimi risultati nei vari parametri di valutazione. Riconquista il primato per demografia e vivibilità, a pari merito con New York, e ritorna seconda come “nodo di scambio”, dopo che nel 2014 era scesa al settimo;
5) Amsterdam, al quinto posto, è un nuovo ingresso nello studio di quest’anno. La città entra nella top five in tre indicatori: capitale intellettuale e innovazione; sviluppo delle tecnologie; sostenibilità e ambiente naturale. È inoltre tra le prime 10 posizioni per quanto riguarda l’essere una città “snodo”, per sanità e sicurezza, demografia e vivibilità, peso economico, sfidando i centri tradizionalmente più forti;
6) al sesto posto New York si conferma nella élite urbana globale, sebbene sia scesa in classifica rispetto alla seconda posizione del 2014. La città ottiene un punteggio più basso in molte delle nuove misure introdotte in questa edizione ed è sorpassata da altre città nelle variabili già adottate dallo studio. Dovrebbe maggiormente focalizzarsi su sostenibilità e ambiente naturale, sanità e sicurezza (è 16° sotto tali profili), oltre che sul costo della vita (25°). Dall’altro lato, la città si posiziona al primo posto, insieme a Parigi, per demografia e vivibilità, al secondo per peso economico ed è terza per sviluppo delle tecnologie, insieme ad Amsterdam;
7) Stoccolma, al settimo posto, si distingue soprattutto per sostenibilità e ambiente naturale (prima insieme a Sydney) e nei trasporti (terzo posto). Inoltre, registra un’ottima performance in relazione ai due nuovi parametri del benessere della fascia di popolazione più anziana e gestione di rischi idrici.
Silvia Morera, Partner di PwC, commenta: “La qualità della vita all’interno delle nostre città è troppo spesso considerata come un fattore aggiuntivo, quasi secondario se non addirittura un lusso. Al contrario è un requisito fondamentale per la capacità di questi centri di trattenere risorse e talenti. Le città di successo sono quelle che investono e programmano azioni mirate non solo su trasporti e infrastrutture, salute e sicurezza, sostenibilità e ambiente naturale, ma anche nel capitale umano e nell’innovazione, nella tecnologia e nella reattività al cambiamento”.
Repubblica