Il dg dell’azienda di mobilità all’attacco: “Sono un tecnico non un politico, serve mandato ampio”. Il Campidoglio: “Atteggiamento irresponsabile”
“Se sto pensando di lasciare? Sì. Se non ci sono le condizioni perché dovrei rimanere?”. Così il dg di Atac Marco Rettighieri risponde interpellato dopo la polemica scoppiata con il Campidoglio a Cinque Stelle. “Sono un tecnico, non un politico. I tecnici devono poter agire all’interno di un mandato chiaro, ampio e liberamente”. In una lettera inviata ieri da Rettighieri all’assessore ai trasporti Linda Meleo, il dg contestava le cifre divulgate relative ai convogli della metro A circolanti entro metà settembre spiegando anche che i 18 milioni stanziati dalla giunta Raggi “non sono ancora disponibili perché nessun bonifico è stato effettuato da Roma Capitale verso Atac”. E dal Comune non tarda ad arrivare la risposta. “Il Campidoglio esprime sorpresa e stupore per le dichiarazioni di Rettighieri, che evidenziano un atteggiamento irresponsabile poiché arrivano alla vigilia di settembre e rischiano di danneggiare la città e tutti i romani. Preso atto delle posizioni espresse dal dg Atac l’amministrazione in queste ore è al lavoro per l’individuazione di un nuovo management”, filtra nel pomeriggio da Palazzo Senatorio.
Il manager parte così dall’ultima promessa di Virginia Raggi: “Innanzitutto vorrei sgombrare il campo su alcune affermazioni della sindaca circa il raggiungimento del 95 per cento dei convogli circolanti sulla linea A della metropolitana entro l’apertura delle scuole”. Il dg ribatte, snocciolando una serie di dati: “Non so da dove questo numero sia uscito e chi lo abbia potuto sostenere”. Al massimo dalle officine per la deadline prestabilita potranno uscire 28 convogli (85 per cento del totale). Rettighieri poi torna sulla prima cittadina, accusandola di aver gettato nello sconforto i vertici dell’azienda: “Non comprendo che ultimatum la sindaca abbia dato a me e all’Atac. Ha amareggiato me oltre che le persone che operano per raggiungere il risultato “.
E l’ultimo passaggio della lettera a Meleo è dedicato al “disappunto” provato per una chiamata intercorsa martedì tra i due con relativa “richiesta di poter agire su operazioni di personale “. Secco Rettighieri, dopo la richiesta di tornare indietro sul trasferimento di un responsabile della Roma-Viterbo (Federico Chiovelli) ad altra mansione: “Lo spostamento di alcune persone all’interno di un’azienda, partecipata o meno, non può essere influenzato in alcun modo da ingerenze esterne. Molti, tra cui alcune organizzazioni sindacali, vedono questo come un commissariamento di Atac e mio”.
Ribalta la questione l’assessora Meleo: “La domanda dovrebbe essere ribaltata a Rettighieri. Bisognerebbe capire se lui ha fiducia in questa amministrazione visto che nella lettera si cita espressamente il sindaco ma non compare tra i destinatari”.
Repubblica