Nuova battuta d’arresto per l’industria. A maggio, rispetto al mese precedente, l’Istat rileva che il fatturato è calato dell’1,1%, mentre gli ordinativi del 2,8%. A marzo la variazione era stata più significativa (-1,7% per il fatturato e -3,4% per gli ordini) ma va ricordato che ad aprile si era registrato rispettivamente il +2,1% per il fatturato e il +0,9% per gli ordini.
La diminuzione del fatturato mostra andamenti simili sia sul mercato interno (-1,1%) sia su quello estero (-1,2%). Il calo degli ordinativi è dovuto soprattutto al mercato estero (-5,7%), mentre quello interno registra una flessione più contenuta (-0,6%). Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo del fatturato diminuisce dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti (-0,4% per il mercato interno e -0,1% per quello estero), mentre quello degli ordinativi mostra una flessione del 3,1%. Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 20 di maggio 2015), il fatturato totale registra un calo in termini tendenziali del 2,7%, con una riduzione del 2,5% sul mercato interno e del 3,0% su quello estero.
Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per l’energia (+0,4%) e per i beni di consumo (+0,1%), mentre registrano una flessione i beni intermedi (-2,7%) e i beni strumentali (-0,9%). L’indice grezzo del fatturato cresce, in termini tendenziali, del 3,6%: il contributo più ampio a tale aumento viene dalla componente interna dei beni strumentali. Per il fatturato l’incremento tendenziale più rilevante si registra nelle altre industrie manifatturiere (+10,1%), mentre la maggiore diminuzione del comparto manifatturiero riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-22,7%). Nel confronto con il mese di maggio 2015, l’indice grezzo degli ordinativi segna un calo del 4,2%. La flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-29,9%), mentre l’incremento più rilevante si registra nella fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica (+13,0%).
Per quanto rigiuarda il commercio, le vendite al dettaglio a maggio 2016 aumentano dello 0,3% in valore rispetto ad aprile ma diminuiscono dell’1,3% rispetto al 2015. I dati Istat rilevano che rispetto allo scorso anno il calo maggiore ha colpito i prodotti alimentari (-1,8%) ma sono in contrazione tutti i gruppi di prodotti tranne quelli farmaceutici (+2%) e gli altri prodotti (di gioiellerie, orologerie, +0,2%). Le flessioni più marcate riguardano calzature, articoli in cuoio e da viaggio (-3,2%) e giochi, sport e campeggio.
Peril Codacons in Italia si assiste ormai ad un vero e proprio “dramma” consumi, nel totale immobilismo del Governo che resta a guardare l’incredibile sequenza di dati negativi forniti dall’Istat. “La tanto attesa ripresa dei consumi non si e’ verificata, e anzi sul fronte delle vendite la situazione sembra precipitare – afferma il presidente Carlo Rienzi – Il dato estremamente preoccupante e’ quello relativo agli alimentari, con gli acquisti che in tale comparto diminuiscono a maggio del -1,8%. Questo significa che gli italiani riducono i consumi anche sul cibo, circostanza grave e preoccupante”. “Il Governo non puo’ rimanere con le mani in mano e deve intervenire liberalizzando il commercio e adottando quelle misure da tempo chieste dai consumatori per incrementare le occasioni di acquisto e incentivare i consumi da parte delle famiglie”, conclude Rienzi. (AGI)