Secondo il numero uno dell’Inps il mercato del lavoro si è stabilizzato a livelli più alti grazie agli sgravi sui contributi e alle tutele crescenti. “Contraccolpo nel 2016 fisiologico, ma non siamo tornati al 2014”. Sulla povertà chiede di fare di più. Pensioni: crollano le nuove, sale l’età
Tito Boeri, il presidente dell’Inps, benedice l’operazione Jobs act: “Penso che in gran parte sia stata un successo”, dice a margine di un’audizione al Senato. Boeri parla di “effetti importanti”, attribuibili “non solo agli incentivi ma anche alle tutele crescenti”. Il presidente Inps fa notare come la frenata delle assunzioni a tempo indeterminato degli ultimi mesi risenta del confronto con il 2015, quando “c’è stato un forte aumento” per gli sgravi pieni. E adesso “sembra che il numero” a fine anno si stabilizzi a quei livelli, “più alti”.
Gli effetti della riforma del lavoro. Nel 2015 c’è stato un “forte aumento” dei contratti a tempo indeterminato, con una “impennata a fine anno” per ottenere gli sgravi pieni disposti dalla Stabilità dello scorso anno (fino a 8mila euro di decontribuzione per tre anni per i nuovi assunti stabili), che si sono poi ridotti al 40% con l’anno nuovo. Poi, dettaglia Boeri nella sua ricognizione, “come era possibile immaginarsi”, c’è stato un calo rispetto al 2015, ma “il saldo resta comunque positivo” e “sembra che il numero dei contratti a tempo indeterminato a fine anno sarà stabilizzato”. Secondo il numero uno dell’Inps, quindi, “è stato fatto quindi un grande scalino nel 2015 e nel 2016 ci si va stabilizzando a quei livelli, più alti. Non siamo tornati al 2014. Era difficile d’altra parte immaginare che continuassero a crescere, anche perché l’economia italiana non sta brillando. C’è stato un effetto, un incremento importante, attribuibile non solo agli incentivi, ma anche alle tutele crescenti. Dire che si è tutto vanificato non è vero, c’è stato un grande cambiamento. E sono diminuite fortemente le cessazioni. Nel 2015 c’è stato un calo molto forte dei licenziamenti, circa del 12%. Daremo dei dati più specifici sui licenziamenti a settembre. Li stiamo approfondendo, cosa che prima non veniva fatta”.
Sulla povertà “fare di più”. Boeri si è anche soffermato sui recenti interventi annunciati per la lotta alla povertà, ovvero il Sia – sostegno inclusione attiva – che rappresenta un provvedimento “importante, che estende a tutto il territorio nazionale la sperimentazione” fatta nelle grandi città. E rappresenta un “primo passo significativo”, anche se “certamente non basta, date le dimensioni della povertà e l’incremento registrato dall’istat“. Secondo l’economista “si dovrebbe puntare a introdurre in Italia, come in altri paesi, misure universali e nazionali di contrasto alla povertà, che siano basate su condizioni che guardano a reddito e patrimonio delle famiglie e non solo a elementi specifici, come la presenza dei figli. Quindi, sicuramente bisogna fare di più se si vuole contrastare la povertà”.
Sulle pensioni, anche sull’ipotesi di allargare la platea dei beneficiari della 14esima mensilità che secondo ricostruzioni di stampa sarebbe nei progetti del governo, “daremo un giudizio dopo che verrà definito il pacchetto di misure al termine dei tavolo di confronto. Ci sono tantissime cose allo studio, siamo alle indiscrezioni, per ora, e i dettagli sono importanti”. L’auspicio è chiaro: “In passato sono state fatte misure estemporanee e parziali. Mi auguro che questa volta non avvenga lo stesso”. Le sue parole arrivano mentre il suo Inps rilascia il monitoraggio sui flussi di pensionamento, dal quale emerge ceh con l’aumento dell’aspettativa di vita, scattano i nuovi requisiti pensionistici per le donne e crollano le nuove pensioni liquidate dall’Inps. Nel primo semestre del 2016 le nuove pensioni liquidate sono state 189.851, con un calo del 34% rispetto alle 287.826 dello stesso periodo del 2015. Si dimezzano praticamente gli assegni sociali (per gli anziani privi di reddito o con redditi bassi), passando da 25.939 a 13.912 (-46,4%). Sale intanto a 60,4 anni l’età media per l’assegno di anzianità.
La Repubblica