Dirigenti Eni nei guai per la “passeggiata degli innamorati”: 37 avvisi di conclusioni delle indagini
di Gaetano Megna
Notificati 37 avvisi di conclusione delle indagini a dirigenti dell’Eni. Si è conclusa l’indagine sulla discarica di Farina-Trappeto, meglio nota con il nome della “passeggiata degli innamorati”, avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone al tempo in cui procuratore generale era Raffaele Mazzotta. Erano state alcune associazioni ambientaliste e in particolare l’associazione Fabbricando l’avvenire (nata per volontà di ex lavoratori Pertusola) a denunciare alla Procura della repubblica presso il tribuale di Crotone la presenza, all’interno del sarcofago di Farina-Trappeto, di rifiuti di ogni genere. Rifiuti anche di dubbia provenienza e che nulla avevano a che fare con le attività industriali delle fabbriche di Crotone, al tempo gestite negli ultimi anni dall’Eni. Il sarcofago fu costruito dall’Eni nel lontano 1997 a margine della strada consortile (quella che costeggia il perimetro degli ex impianti Enichem e Pertusola Sud), in una posizione che è a ridosso del mare. Proprio il contatto diretto con l’acqua marina ha creato varchi di erosione nell’impalcatura di cemento che hanno determinato, in alcuni punti, la fuoriuscita di sostanze sospette e, quindi, c’è stata la richiesta di indagine alla Procura. Mazzotta assegnò il compito di indagare al nucleo degli ispettori di igiene del Nisa che, al tempo, operavano per conto della Procura crotonese su tutte le questioni ambientali. Il Nisa fu poi sciolto e a capo della Procura è succeduta la nomina di Giuseppe Capoccia il quale, a sua volta, ha assegnato l’indagine alla Guardia di finanza di Crotone. E’ toccato proprio agli investigatori delle Fiamme gialle, nelle scorse settimane, procedere alla notifica di 37 avvisi di conclusioni delle indagini e, secondo quanto riferito, sono stati già sentiti alcuni degli indagati. Se dopo 20 giorni dalla notifica dell’atto giudiziario gli indagati non presenteranno memorie difensive convincenti per l’archiviazione delle singoli posizione, questi dirigenti Eni, saranno rinviati a giudizio. In questo caso ci sarà il processo e non è escluso che, laddove la politica è fallita, qualche risultato lo produrrà invece l’attività dei magistrati. La politica, infatti, sino ad oggi, non è riuscita a far fare passi in avanti sulla questione della bonifica. Tra l’altro il nome di “passeggiata degli “innamorati” era stato inventato da un ex sindaco di Crotone per convincere i cittadini che quel sarcofago, zeppo di veleni, poteva essere utilizzato dalle coppiette di fidanzatini per le loro passeggiate romantiche.
Esplosione alla Raffineria Eni di Sannazzaro de’ Burgondi un ferito
di Ciociaria Report24
E’ quanto hanno sentito questo sabato mattina intorno alle 8 i cittadini di Sannazzaro, nel pavese. L’incidente – in base ai primi accertamenti – sarebbe stato provocato da un guasto nella parte vecchia dell’impianto. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco che hanno domato le fiamme scoppiate all’interno della struttura. Si è trattato – come ha reso noto successivamente l’azienda – di una perdita nel “treno di scambio” dell’impianto di reforming, che – per cause in corso di accertamento – ha generato un innesco. L’operaio – fa sapere l’Eni – “non in pericolo di vita e perfettamente collaborante, è stato trasportato all’ospedale Niguarda per gli accertamenti e le cure del caso”. Non vi sono stati impatti nocivi per l’ambiente e per le persone. “L’impianto della Raffineria interessato dall’eventoè in fermata di sicurezza”.
Boraso: «fusti radiottivi in laguna, Eni provveda»
di Rete veneta news
Si tratta – puntualizza Renato Boraso a Sveglia Veneti! – di contenitori di cemento armato pieni di materiale radioattivo. Se Eni non risolverà il problema sono pronto a portare un fascicolo in procura, perché la sicurezza ambientale è fondamentale per i nostri concittadini e per i nostri figli.” “Quindici anni sono già un tempo inaccettabile e l’intervento va eseguito immediatamente – tuona Boraso – mi rendo conto che si tratta di un’operazione costosa, ma certo non è al di fuori della portata di un gruppo come Eni.”