Rispetto al maggio 2015 ci sono quasi 300mila occupati in più, tutti dipendenti. Buone notizie anche dalla riduzione degli inattivi, giustificata soprattutto dalle donne, e dalla crescita del tasso di occupazione tra i 25 e 34 anni. Disoccupazione giovanile ferma al 36,9%
Buone notizie per l’Italia e il lavoro: torna a scendere il tasso di disoccupazione, sale – seppur in rallentamento – il numero di cittadini al lavoro e scende quello di coloro che stanno ai margini del ciclo produttivo, gli “inattivi”. Su base annua, a maggio si registrano quasi 300mila occupati in più (tutti dipendenti), mentre ci sono 175mila disoccupati e oltre 300mila inattivi in meno.
Torna dunque, secondo i dati provvisori dell’Istat, a scendere il tasso di disoccupazione a maggio: cala all’11,5%, dopo il rialzo del mese precedente (11,6% il dato rivisto di aprile). Se ad aprile si era registrato un aumento delle persone che cercano il lavoro senza fortuna, a maggio la stima dei disoccupati è tornata a puntare verso il basso: -0,8%, 24mila persone in meno sia tra gli uomini che tra le donne. Fermo invece il tasso di disoccupazione dei giovani: al 36,9% (che rappresenta coloro che non trovano lavoro avendolo cercato), mentre se si riporta l’incidenza sull’intera popolazione tra i 15 e 24 anni si scende al 9,7%.
La seconda buona notizia è che a questo calo corrisponde un aumento degli occupati e non degli inattivi, che lascia intendere che le persone siano state assorbite nel tessuto produttivo. Il tasso di occupazione è infatti in lieve miglioramento al 57,1%, in aumento di 0,1 punti rispetto al mese precedente. Il ritorno degli italiani al lavoro ha subito però un rallentamento: ci sono 21mila persone occupate in più a maggio, che rappresentano una crescita dello 0,1% mensile contro il +0,3% nei due mesi precedenti.
Il miglioramento dei dati sugli occupati è attribuito dall’Istat al riattivarsi delle donne, mentre per gli uomini c’è una sostanziale stabilità. A dispetto degli incentivi per assumere stabilmente, tra i dipendenti si registra una crescita di 11mila contratti permanenti e di 37mila contratti a termine. Soffrono gli autonomi, che risultano in calo di 28mila unità. D’altra parte, già i dati dell’Inps certificavano un netto assottigliarsi della pattuglia degli artigiani. Interessante l’annotazione della dinamica per fasce d’età: il tasso di occupazione tendenziale (maggio 2016 su 2015) sale infatti di 1,7 punti per gli over 50 e di 1,8 punti per i giovani tra 25 e 34 anni. Sembra dunque che inizi a riversarsi anche sui più giovani l’effetto benefico della ripresa del lavoro, anche in considerazione del fatto che il loro tasso di disoccupazione è calato di 1,8 punti contro i -0,5 punti dei più anziani.
Ancora le donne permettono il prosieguo del calo degli inattivi, coloro che non hanno lavoro né lo cercano: dopo il calo di marzo (-0,3%) e aprile (-0,8%), la loro truppa scende anche a maggio (-0,2%, pari a -27 mila). “Una diminuzione che riguarda esclusivamente le donne mentre si registra una stabilità tra gli uomini. Il tasso di inattività scende al 35,3% (-0,1 punti percentuali)”.
Quanto visto su base mensile vale anche – amplificato nei numeri assoluti – su base annua: “Si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,3%, pari a +299 mila). La crescita tendenziale è interamente attribuibile ai dipendenti, sia permanenti (+1,7%, pari a +248 mila) sia a termine (+3,5%, pari a +81 mila), mentre sono in calo gli indipendenti. Nello stesso periodo calano i disoccupati (-5,6%, pari a -175 mila) e gli inattivi (-2,2%, pari a -305 mila)”, riassume l’Istat.
La Repubblica