Bene Madrid e Milano. I mercati asiatici risalgono: Tokyo e Shanghai in territorio positivo
Le principali Borse europee tentano il rimbalzo, con gli investitori che guardano ancora timorosi le possibili conseguenze della Brexit. Vola Madrid, sale anche Milano. Parigi in apertura cede lo 0,7%, Francoforte lo 0,5%.
Sotto pressione l’euro, che perde in mattinata quasi l’1% rispetto al dollaro, sui timori di possibili nuovi referendum nell’Unione Europea dopo quello sulla Brexit. In calo anche il petrolio che a inizio seduta perdeva oltre l’1% e il Brent veniva scambiato sotto i 48 dollari al barile. I timori degli investitori si sono riversati però soprattutto sulla sterlina, che perde il 2,3% e tocca i minimi degli ultimi trentuno anni. Dalle prime ore di venerdì scorso, quando gli investitori puntavano sulla vittoria del `Remain´ al referendum, la valuta britannica ha ceduto circa il 14%.
Dopo un avvio stentato, le Borse cinesi trovano la spinta per il rimbalzo, recuperando le perdite peraltro contenute (intorno all’1%) segnate venerdì in scia allo shock della Brexit, e chiudono sui massimi intraday: l’indice Composite di Shanghai sale dell’1,45%, a 2.895,70 punti, mentre quello di Shenzhen del 2,43%, a quota 1.946,70. L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso oggi in recupero del 2,39% a 15.309,21 punti. Dopo lo choc della Brexit il mercato azionario giapponese ha avviato la settimana con un tentativo di recupero fin dall’inizio degli scambi (un rimbalzo iniziale intorno all’1,5%), dopo una riunione di emergenza convocata prima dell’apertura dei mercati dal premier Shinzo Abe con il ministro delle Finanze Taro Aso e il governatore della Banca del Giappone Haruhiko Kuroda. La prova di ripresa a Tokyo è stata guidata dai titoli difensivi – come farmaceutici, costruzioni e utilities – mentre i gruppi finanziari – a partire da Nomura, che ha il 12% del personale in Europa – restano sotto forti pressioni. Intanto i tassi sui titoli di stato ventennali nipponici hanno toccato un nuovo minimo storico sotto lo 0,09%.
A be ha sottolineato la necessità che i Paesi del G7 mostrino solidarietà e agiscano per assicurare che l’impatto sull’economia globale sia limitato. Il premier ha dato mandato ad Aso e Kuroda perché prendano misure per `prevenire impatti sull’economia reale´, assicurando adeguata liquidità ai mercati a supporto del sistema bancario e monitorando attentamente l’andamento dei mercati valutari. Sullo sfondo aleggia la possibilità di un intervento diretto per frenare l’ascesa dello yen, che pure susciterebbe controversie internazionali. Aso ha comunque rilevato che il mercato dei cambi pare essersi relativamente calmato dopo il comunicato dei ministri finanziari del G7 di venerdì sera (e del comunicato congiunto tra ministero delle Finanze e Banca del Giappone già emesso nella stessa giornata).
La Stampa