Sta facendo discutere la soppressione della pagina Wikipedia di Salvatore Aranzulla. Le regole secondo cui una pagina può essere cancellata sono chiare, al contrario del modo in cui vengono applicate
Wikipedia è uno strumento meraviglioso, fosse solo perché contribuisce a sottolineare la potenza del web, nella sua accezione di non-luogo in cui possono incontrarsi idee, sapere, coscienze e conoscenze. L’essere risorsa alimentata dalla partecipazione dei singoli, però, è anche il suo più grosso limite, perché ci si aspetta che sia sempre in costante miglioramento e perché l’esercizio di coordinamento tra gli utenti deve essere impeccabile e, alla luce dei fatti, l’assenza di una linea comportamentale omogenea sembra essere il limite più grande da superare.
Ma andiamo con ordine. Un articolo apparso su Vice racconta del caso Aranzulla e di come la cancellazione della sua pagina abbia diviso in due i contributor: quelli contrari alla cancellazione sostengono che la quantità di articoli e libri prodotti dal giovane siciliano siano sufficienti a giustificarne la presenza su Wikipedia mentre nelle fila degli oppositori si cavalca la presunta banalità dei contenuti che Aranzulla produce e che — dicono — non hanno alcuna rilevanza.
Il regolamento di Wikipedia è chiaro e fatto bene, tanto da riuscire a contenere in solo 11 criteri i principi a cui una pagina deve sottostare per essere pubblicabile. A questi si aggiungono dei parametri suddivisi per categorie specifiche di persone, tra le quali appare anche quella dello scrittore in cui Aranzulla, che di libri ne ha scritti diversi, potrebbe essere annoverato.
Facendo scorrere gli 11 criteri principali e quelli settoriali ci si accorge che sono coperte una grande quantità di condizioni e, da questo punto di vista, Wikipedia è inappuntabile. Certo, si può discutere sulla completezza dei parametri, sulla loro verificabilità e, perché no, anche sulla loro opportunità. Ma esistono, sono aperti a tutti e chiari. La pagina di Aranzulla, secondo queste regole, è stata rimossa correttamente. Essere divulgatore non appare in nessuno dei requisiti essenziali per essere su Wikipedia, così come non è sufficiente avere scritto dei libri, perché anche questi devono sottostare a delle regole che ne sanciscono l’enciclopedicità.
Il parametro numero 5 però è tutt’altro che misurabile: “Ha venduto un elevato numero di copie” non significa nulla. Tra i suoi libri, dice Aranzulla, ce ne sono alcuni che hanno venduto 15mila esemplari, un numero di tutto rispetto. Se ne deduce che se la sua persona non ha levatura enciclopedica, i suoi libri sì. Occorre quindi capire qual è il senso e lo scopo di impedire ad uno scrittore di avere una pagina Wikipedia se le sue opere possono invece esservi pubblicate.
Il caso Aranzulla, per concludere, non è nato in tempi recenti. Il log di Wikipedia è piuttosto lungo e, in genere, rimprovera alla pagina del divulgatore una certa inclinazione allo spam autopromozionale. Alcuni wikipediani certificano la pagina altri la cassano. Il che equivale ad un problema.
Il caso Drago
Filippo Drago è un medico siciliano che, per carriera professionale e per numero di pubblicazioni scientifiche, ha tutti i diritti di essere su Wikipedia. Infatti c’è, ma solo su quella in lingua inglese. La sua pagina in italiano è stata cancellata perché ritenuta autoreferenziale, pure essendo la traduzione letterale di quella anglofona.
Le regole della Wikipedia originaria hanno un peso diverso da quella italiana. Il problema, in questo caso almeno, è comprendere quali conoscenze specifiche hanno gli amministratori che promuovono la cancellazione (o l’accettazione) di una pagina. E questo ci porta ai meccanismi di verifica.
Alphabet
Torniamo ai primi giorni di ottobre del 2015, quando Alphabet è diventata di fatto la holding che racchiude tutti i rami di quella azienda che, fino al giorno prima, era nota a tutti con il nome di Google. La nascita della holding, riportata con largo anticipo dalla stampa internazionale, ha spinto gli utenti di molti paesi a creare l’apposita pagina sull’enciclopedia libera, accolta da molti wikipediani tranne quelli in Italia che hanno deciso di cancellare la pagina sostenendo che Alphabet non fosse ancora ufficialmente nata. La discussione che ne è nata mostra come le regole, pure essendo chiare, vengono applicate a geometria variabile da questo o quell’amministratore. Di fatto le voci su Wikipedia si affidano a due principi generali da cui dipendono tutti gli altri, ovvero la verificabilità e l’attendibilità delle fonti. Nel caso di Alphabet, la cui pagina è stata creata prima che la holding nascesse, è stata ritenuta non degna di pubblicazione nonostante fosse verificabile anche tramite quelle stesse fonti che verrebbero ritenute attendibili in qualsiasi altra pagina, come ad esempio i principali quotidiani nazionali che hanno dato ampio risalto all’aggruppamento di Google.
Wanna Marchi
Wanna Marchi, secondo Wikpedia, è un personaggio televisivo nonché una truffatrice italiana. Non si capisce per quale motivo abbia una pagina sull’enciclopedia poiché, al contrario di quanto elencato tra i requisiti, non ha ricoperto ruoli da protagonista né, tanto meno, è stata insignita di premi.
Giosada
La pagina Wikipedia dedicata a Giovanni Sada, noto con il nome di Giosada, è proprio in questi giorni nell’elenco di quelle da cancellare. La discussione che sta nascendo attorno all’opportunità di lasciarla online descrive bene lo stato di confusione che vige tra gli amministratori e gli utenti della versione nostrana di Wikipedia. I criteri di accettazione di una voce enciclopedica prevedono, tra le altre cose, l’avere vinto un reality show. Sada si è imposto nell’edizione 2015 di X-Factor. Questo non fa di lui, sostiene qualcuno nella discussione, un campione di vendite e incassi quindi si può fare a meno della voce a lui dedicata. Caos allo stato puro.
In conclusione, benché regole e requisiti siano chiari, la loro applicazione è perfettibile. C’è bisogno di una revisione dei ruoli e dei compiti degli amministratori italiani di Wikipedia, peraltro una piccola comunità che potrebbe di certo organizzarsi meglio.
Wired