Prezzo del petrolio sotto i 50 dollari. Le quotazioni perdono slancio sull’attesa per diversi appuntamenti e per i fondamentali del mercato.
Tornano sotto la soglia dei 50 dollari al barile per la prima volta da una settimana le quotazioni del petrolio. Il prezzo del Brent scende in questi minuti a 49,97 dollari e quello del Wti a 48,49 dollari, rispettivamente in calo dell’1,13% e dell’1,18%. A provocare il ripiegamento c’è, anzitutto, il dato sui siti estrattivi attivi sul territorio americano, in crescita al termine del venerdì scorso per la seconda settimana consecutiva di 3 unità a 328. Pur restando in calo del 48% su base annua, il fatto che un maggiore numero di pozzi sia in funzione negli USA segnalerebbe al mercato che quella dei 50 dollari potrebbe essere una soglia sufficiente per iniziare ad allettare le compagnie petrolifere a tornare sul mercato, ripristinando parte della produzione cessata nei mesi scorsi. Non ci sarebbe, tuttavia, evidenza di un aumento vero e proprio della produzione americana, mentre sappiamo che a maggio le importazioni di greggio in Cina sono cresciute del 39% su base annua, anche se sono diminuite del 4,3% rispetto al mese precedente a 7,6 milioni di barili al giorno. E sempre in Cina, a maggio le immatricolazioni di auto sono aumentate del 9,8% annuo a 2,1 milioni di unità, un dato positivo anche per i consumi di carburante. In generale, sui mercati si respira un’aria di attesa mista a scetticismo sull’andamento dell’economia globale. Il referendum sulla Brexit del 23 giugno catalizza l’attenzione degli investitori, ma già dopodomani si terrà il quarto board dell’anno della Federal Reserve sui tassi USA e per quanto sia considerato positivo un ennesimo rinvio della seconda stretta dopo la prima del dicembre scorso, adesso ciò viene interpretato come la prova di un’economia americana meno solida di quanto si pensi.