I dati della Confcommercio mostrano l’esito dei sette anni di recessione tra 2007 e 2014. Il Codacons: “Dati da terzo mondo, i consumi sono calati di 3.300 euro a nucleo”
La fetta di famiglie in condizione di povertà assoluta è raddoppiata negli anni della crisi, tra il 2007 e il 2014. A denunciare l’esito di sette anni di ciclo recessivo è uno studio della Confcommercio intitolato ‘Dalla Grande Recessione alla ripresa? Segnali positivi, ma fragili’: il numero delle famiglie assolutamente povere è passato infatti da 823.365 a 1.469.617 (+78,5%), con un incidenza sul totale passata dal 3,5% pre recessione al 5,7% del 2014. Gli individui poveri assoluti, si rileva ancora, hanno superato nel 2014 i 4 milioni, con un incremento di quasi il 130% rispetto al 2007, arrivando a sfiorare quasi il 7% della popolazione. Il reddito disponibile delle famiglie, misurato in termini di potere d’acquisto ai prezzi del 2015, si è ridotto nel settennato della recessione di oltre il 10% e parimenti la spesa in termini reali delle famiglie si è contratta di circa sette punti percentuali. Le famiglie cioè, hanno in qualche misura cercato di non contrarre della stessa entità del reddito il proprio tenore di vita, a scapito però del risparmio, i cui flussi si sono ridotti di quasi il 36%. In termini pro capite le flessioni risultano anche più accentuate, in quanto la popolazione è comunque cresciuta nel periodo considerato di circa il 4%, erodendo così le dimensioni delle fette di una torta di redditi e consumi divenuta più piccola. I dati sono stati duramente condannati dal Codacons, per il quale sono da “terzo mondo e indegni di un Paese civile”. Alla denuncia dei commercianti, l’associazione dei consumatori associa il “violento calo dei consumi registrato in Italia nel periodo della crisi: tra il 2007 e il 2014, infatti, le famiglie sono state costrette a ridurre drasticamente gli acquisti, diminuiti per 80 miliardi di euro, con una contrazione.
Repubblica