Il presidente dei Giovani della Confindustria Marco Gay chiede che il governo Renzi mantenga gli impegni sul taglio di 4 punti dell’Ires nel 2017
Il muro della crisi economica sta crollando, la guerra è finita, ma adesso la pace è tutta da costruire. Il presidente Marco Gay ha aperto la sua relazione al quarantaseiesimo convegno dei Giovani di Confindustria utilizzando la metafora del muro di Berlino. “Il nostro muro non aveva Checkpoint Charlie ma, al pari della cortina di ferro, la crisi ci ha bloccato in una stagnazione economica , sociale e politica”, ha detto Gay. “Il muro sta cadendo, adesso è il tempo di portare dall’altra parte tutti quelli che non hanno avuto il coraggio o i mezzi per superarlo fino ad oggi” e “se in tanti hanno paragonato questi anni di crisi ad una guerra, oggi forse possiamo dire: la guerra e’ finita. Ma la pace è tutta da costruire”.
Il muro della crisi, ha sottolineato Gay, sta crollando: con l’addio all’articolo 18 (che deve essere esteso anche agli statali), al sistema pensionistico retributivo, alla Pa che “secreta gli atti”, ai vitalizi parlamentari, a una scuola che “non si alterna con il lavoro ma con gli scioperi”, a un fisco che “tassa i dipendenti anche quando non si fanno i profitti”, al “rigore di Bruxelles”. “Diciamoci la verità: solo qualche anno fa ci sarebbe sembrato impossibile”, ha detto Gay. Adesso, ha ribadito, “non servono Piani Marshall ma business plan” e “creare una vera libera concorrenza verso l’alto e gettare una rete sopra l’abisso, come diceva Churchill“.
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