Dieci piccole aziende meridionali potranno esporre per un mese nell’unico megastore del Mezzogiorno. Il fondatore: “I migliori saranno inseriti nei punti vendita di tutto il mondo”
Eataly Bari diventa la Porta del Sud e delle sue eccellenze enogastronomiche. A inaugurare una speciale ‘Piazza dei produttori’ che ogni mese verranno a esporre i propri prodotti è arrivato a Bari il patron di Eataly, Oscar Farinetti, accompagnato dal presidente esecutivo Andrea Guerra. Aperta dunque la piazza con i primi dieci (molti pugliesi), selezionati con l’aiuto di Slow Food, a Bari rappresentato dal presidente nazionale Gaetano Pascale, mentre un videomessaggio di plauso per l’iniziativa ha mandato per l’occasione anche il fondatore Carlin Petrini.
“La biodiversità alimentare è il nostro patrimonio, è il nostro petrolio e ugualmente lo sono le piccole imprese per i quali spesso è difficile fare rete”, spiega Farinetti. Grazie all’iniziativa avranno a disposizione una vetrina della durata di un mese che consentirà loro di entrare nel circuito di Eatlay prima in Italia e poi nel mondo, innovando la distribuzione e la commercializzazione alimentare. “Abbiamo recuperato l’idea antica di mercato che è il modo più bello ed essenziale per raccontare il cibo – ricorda Guerra, sorpreso per il numero elevatissimo di realtà produttive presenti sul territorio – I produttori arrivano qui con il loro prodotti, li raccontano, li vendono e tornano a casa. Se sono stati bravi per qualità e servizio, allora li portiamo in Italia e in America”.
A fare gli onori di casa, il governatore Michele Emiliano e il sindaco Antonio Decaro. Ma anche il presidente del Petruzzelli, Gianrico Carofiglio, che ha annunciato “un’alleanza” con Eataly alla quale dare corso, una volta superato il momento di crisi che sta attraversando il teatro. E così fra i prodotti già schierati per un mese ci sono liquori e rosoli dalle erbe spontanee dell’Alta Murgia, il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, la pasta fatta con i grani del Tavoliere, la fava di Carpino, oltre a vini, mozzarelle, salumi calabresi, torrone irpino e vini beneventani e anche pugliesi.
“Non vorrei che si pensasse che c’è gente del Nord che viene a fare qualcosa per la gente del Sud – puntualizza Farinetti – ma piuttosto che c’è gente italiana che fa qualcosa per l’Italia”. E così comincia il suo giro tra le bancarelle dei prodotti raccontati da chi con cura e li produce. E questa Porta del Sud pian piano si apre. “Sarà un hub in cui raccoglieremo le meraviglie del Sud e le televisioni arriveranno anche dall’America per raccontarle”. Il prossimo mese toccherà ad altri dieci produttori.
Antonella Gaeta, La Repubblica