L’imprenditore riduce al 35% la quota minima da raggiungere. Pronto a trattare con le banche. Il rilancio? Sinergie Corsera-La7 e creare più eventi sportivi
Tre anni, solo tre anni possono bastare per raddrizzare le sorti di Rcs Mediagroup, nonostante ci abbiano provato in tanti: è questo il tempo che si dà Urbano Cairo per rafforzare il posizionamento del gruppo del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport per migliorarne la situazione finanziaria e ridurne il debito.
Risultati che l’editore di periodici e del canale tv La7 pensa di raggiungere con l’avvio di un nuovo piano di sviluppo che si muoverà lungo due principali direttrici, da un lato razionalizzazione dei costi industriali di Rcs con annesse sinergie con Cairo Communication e, dall’altro, potenziamento dei ricavi. Nell’attesa, per ottenere il controllo di Rcs, l’imprenditore piemontese oggi al 4,7% scrive nella nota integrativa alla sua offerta pubblica di scambio (ops), pubblicata ieri su richiesta della Consob guidata da Giuseppe Vegas, che «si riserva di rinunciare» al raggiungimento di una partecipazione di «almeno il 50% più un’azione ordinaria», purché ottenga comunque un «controllo di fatto» del gruppo milanese con una quota di «almeno il 35% più un’azione». La proposta dell’imprenditore, così come lanciata in origine, prevede di ricevere 0,12 azioni Cairo per ogni azione Rcs scambiata. L’ops punta alla totalità delle azioni Rcs (che oggi rende noti i risultati al 31 marzo scorso).
Per non perdere tempo, però, Cairo precisa nella nota di voler aprire proprie trattative con le banche finanziatrici di Rcs, cui ha chiesto nella sua ops di congelare il rimborso del debito fino all’approvazione del bilancio Rizzoli 2017. Le aprirà dopo la pubblicazione dell’offerta, verosimilmente a giugno secondo gli analisti, ma al momento non ha avviato alcun contatto.
Nuovo piano industriale tra verifica puntuale dei costi… Così come Cairo ha contenuto nel giro di sei mesi i costi di La7 dell’80%, senza toccare i dipendenti, adesso pensa di applicare la stessa cura a Rcs tanto che parla di «verifica puntuale» dei costi industriali secondo «un approccio a base zero», «ovvero riformulando la struttura di costo sulla base di costi industriali standard». Obiettivo: raggiungere la massima efficienza, per esempio rivedendo i processi industriali e di approvvigionamento, re-internalizzando attività oggi esternalizzate, sfruttando al meglio i centri di stampa (strategia che Rcs ha già iniziato a percorrere, seppur con difficoltà) e integrando le redazioni carta-web. La massima efficienza si potrà raggiungere, sempre secondo Cairo, anche grazie a sinergie da creare con la sua casa editrice sul fronte dei costi di struttura, di distribuzione, dell’acquisto di beni e servizi, della raccolta pubblicitaria e infine della concentrazione negli stessi centri di stampa dei magazine Rcs e Cairo.
… e più ricavi grazie a digitale e riposizionamento dei periodici. Seconda direttrice della strategia dell’editore alessandrino è spingere al massimo i ricavi in Italia e in Spagna, innanzitutto grazie al digitale tramite cui si possono profilare meglio gli utenti agli occhi degli inserzionisti. Le piattaforme tecnologiche Rcs potranno ospitare anche i contenuti delle riviste di Cairo, che finora non ha mai investito nell’online. Sempre sul digitale, poi, non sono escluse acquisizioni di start-up con specifici know-how (un po’ come aveva tentato con scarso successo l’ex a.d. Pietro Scott Jovane). Sinergie incrociate sono attese, infine, tra Corriere della Sera e La7.
Nei piani di Cairo c’è anche lo sport con lo sviluppo degli eventi tematici, a partire dalla gestione del Giro d’Italia e considerando come punto di riferimento il Tour de France. Terzo punto di svolta sono i periodici da riposizionare verso l’alto, tra cui Oggi, visto che le riviste che Cairo già edita hanno un posizionamento più mass-market e in questo modo potrebbe coprire uno spettro più ampio di lettori di magazine. Dal piano non vengono dimenticati la Spagna, sfruttando meglio la presenza sul territorio della controllata Unidad Editorial, una possibile diversificazione nell’informazione locale (dove anche l’attuale a.d. Laura Cioli vorrebbe mettere un piede) e un’apertura alla raccolta pubblicitaria istituzionale e finanziaria. Complessivamente, però, quello di Cairo si profila come un piano completamente alternativo alla strategia delineata da Cioli (che peraltro sta cercando di chiudere le trattative con le banche entro fine maggio, prima dell’arrivo dell’ops di Cairo).
Gli impatti economici e finanziari dell’acquisizione del controllo. Dall’operazione può nascere un nuovo gruppo editoriale con un giro d’affari da 1.258,8 milioni di euro, un ebit negativo per 97,7 milioni e un rosso di 163,1 milioni, secondo la tabella del consolidato proforma contenuta nella nota integrativa, nel caso di una partecipazione al 50%+1 e utilizzando i dati dei due gruppi a fine 2015. Sempre secondo la nota, se l’adesione dei soci Rcs all’ops fosse pari al 100%, allora gli effetti che si produrrebbero sul conto economico complessivo consolidato proforma a fine 2015 comprenderebbero «un incremento della perdita di pertinenza del gruppo Cairo Communication di 83,2 milioni di euro e un decremento della perdita di pertinenza di terzi azionisti di 83,2 milioni». In ogni caso, l’indebitamento netto complessivo del nuovo polo editoriale sarebbe pari a 380,9 milioni di euro, considerando quello di Rcs per 486,7 milioni cui sottrarre i +105,8 milioni di Cairo.
Ieri il titolo Cairo Communication ha chiuso a -2,1% a 4,48 euro, quello di Rcs a -2,17% a 0,587 euro
Marco A Capisani, Italia Oggi