Ricordate Totò e la celebre scena del film «Gli onorevoli» (1963), in cui il mitico comico si affacciava alla finestra per invocare «Vota Antonio La Trippa!!»? Presumo di sì. Per restare nella comicità, che per fortuna da sempre, anche all’epoca dei greci e dei romani, accompagnato le vicende politiche e dei potenti, cito un altro paio di film: «Fantozzi subisce ancora», il quarto della serie fantozziana (1983, vent’anni dopo Totò). Fantozzi, ovvero Paolo Villaggio, indeciso su chi votare, si siede davanti alla tv e segue tutti i dibattiti elettorali. Consentitemi un esplicito rimpianto: i personaggi di allora erano Pannella e Spadolini, De Mita e Berlinguer, Almirante e Nilde Iotti, Craxi e Andreotti. Non solo: oltre a guardare la tv, Fantozzi si rimbambisce con la lettura di tutti i giornali possibili e immaginabili. Alla fine, si chiude nella cabina per lungo tempo e esce solo dopo aver tirato lo sciacquone. Infine, «Qualunquemente» (2011): Antonio Albanese, irresistibile nel ruolo del personaggio Cetto La Qualunque, in comizi in cui promette a vanvera di esaudire i bisogni della gente («Cosa intendo fare per i poveri bisognosi? Na beata minchia!»).
Cesare Lanza, Italia Oggi