Jeff Bezos con la sua azienda Blue Origin si candida a realizzare una nuova generazione di propulsori
Ci sono due aziende in lizza per realizzare il motore del futuro missile americano Vulcan, destinato a sostituire l’attuale Atlas V nelle missioni spaziali. Una delle due non è una sorpresa: si tratta della Aerojet Rocketdyne, che già aveva prodotto i motori principali dello Space Shuttle. L’altra invece è la Blue Origin, una società creata da Jeff Bezos, il fondatore e numero uno di Amazon, che ha deciso di diversificare gli investimenti dalla new economy immateriale a vari altri settori, incluso questo. E fra i due concorrenti alla motorizzazione del Vulcan quello in vantaggio, al momento, è proprio Bezos.
Responsabile del progetto Vulcan è un consorzio formato da Boeing e Lockheed Martin che ha indicato il motore Be-4 di Blue Origin come la soluzione migliore. La Aerojet ha rilanciato con il suo Ar-1, quindi la conclusione non è ancora certa, ma al momento le cose stanno così.
Il motivo per cui gli americani vogliono un nuovo missile è che l’attuale Atlas V ha il motore Rd-180 di produzione russa. E questo non va, con la nuova guerra fredda in corso.
Qualche giorno fa New Shepard, il razzo ad atterraggio verticale sviluppato dalla Blue Origin, è stato lanciato con successo (ed è la terza volta) portando una capsula in orbita suborbitale, a circa 100 chilometri di altitudine. La capsula è atterrata grazie ai paracadute. Il prossimo obiettivo dell’azienda sarà proseguire i test per portare i primi turisti nello spazio nel 2018. Il razzo è lo stesso utilizzato già nel novembre 2015 e nel gennaio 2016, ma è stato dotato di un nuovo software per la gestione del radar di bordo.
La Stampa