Risparmi dalla razionalizzazione di sedi distaccate o doppie
Dopo la fusione annunciata tra la romana Repubblica, la torinese Stampa e il genovese Secolo XIX, l’attenzione si sposta adesso sul Veneto e le altre regioni in cui vengono pubblicati i quotidiani locali Finegil del gruppo L’Espresso. Con la nascita del super-polo editoriale da 750 mila euro di ricavi nel 2015 e una diffusione media complessiva di 800 mila copie, infatti, si rischia di sforare il tetto fissato dalla legge per cui nessun quotidiano può superare il 20% delle tirature nazionali. Un rischio molto probabile, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, nel caso del matrimonio del gruppo L’Espresso (che pubblica non solo Repubblica ma anche 17 quotidiani locali e un trisettimanale, prevalentemente nel Nord e Centro Italia) con Italiana editrice-Itedi (che manda in edicola Stampa e Secolo XIX). Considerando le tirature certificate Ads di tutte le testate coinvolte, la previsione per il nuovo big dell’editoria è di superare il limite di circa 100 mila copie. L’a.d. dell’Espresso Monica Mondardini, che insieme a Rodolfo De Benedetti guiderà operativamente l’editrice allargata, dovrà andrà a tagliare le copie in eccesso? Gli occhi sono puntati, per l’appunto, in Veneto dove vengono editate diverse testate e ci possono essere maggiori margini di tagli. Targati Finegil escono il Corriere delle Alpi (che diffonde in media 5.500 copie, secondo dati aziendali L’Espresso), il Mattino di Padova (22.900 copie), il Messaggero Veneto (44.300), la Nuova di Venezia e Mestre (14.500) e ancora la Tribuna di Treviso (13.400). Al momento, come comunicato ieri dalle aziende protagoniste della fusione per incorporazione, nulla è stato ancora deciso perché la fase è ancora quella di costruzione del nuovo polo. Né l’Agcom (sul fronte della possibile concentrazione editoriale) né l’Antitrust (su quello delle quote di mercato) hanno ancora ricevuto comunicazioni formali. Inoltre entro il prossimo giugno verranno definite le condizioni del memorandum d’intesa ma è entro la fine del primo trimestre 2017 che l’operazione sarà finalizzata. Come a dire, tempo per decidere come ridurre la tiratura totale ce n’è, anche se i quotidiani locali Finegil sono già sotto i riflettori. In primo piano non c’è solo il Veneto però (dove peraltro è presente anche il Corriere della Sera con un’edizione locale ben radicata): gli interventi saranno pensati di cesello, andando a tagliare ovunque ci siano risparmi significativi. Quindi anche in altre aree limitrofe al Veneto, per esempio nel Trentino Alto Adige che ha in portafoglio sia l’Adige (11.400 copie) sia il Trentino (7.900) oppure scendendo lungo la dorsale che porta verso Ferrara e Modena, rispettivamente in edicola con la Nuova Ferrara (7.800 copie) e la Gazzetta di Modena (8.600). Il giornale locale Finegil che diffonde più copie di tutti? Sta altrove. A Livorno, dove il Tirreno porta a casa quasi 55 mila copie. Comunque, quando la fusione andrà a regime, il network Finegil potrà essere rafforzato con il coordinamento della Stampa, nelle vesti di service per l’attualità nazionale. Sinergie e risparmi trasversali. Quando si avvia una fusione tra due gruppi editoriali, poi, il primo pensiero va ai doppioni che si vengono a creare negli uffici amministrativi e nelle redazioni. Così è anche con la fusione Repubblica+Stampa+Secolo XIX, tanto che gli analisti del settore hanno benedetto ieri l’operazione proprio perché si profilano «importanti sinergie (carta, distribuzione, information technology costi amministrativi, ottimizzazione della forza vendite)», come hanno fatto sapere tra gli altri gli esperti di Mediobanca Securities che hanno aggiunto: «l’a.d. Monica Mondardini potrebbe raggiungere ulteriore creazione di valore». Tra i vari ambiti redazionali di razionalizzazione futura ci sono le sedi locali di Repubblica a Genova e Torino (in tutto una trentina di giornalisti), ma anche quella romana della Stampa, testata che mantiene anche una serie di distaccamenti in Piemonte. In Liguria, infine, Stampa e Secolo XIX escono separatamente sulla riviera di ponente, da Savona ad Alassio. Inoltre, unendosi al Secolo XIX, il gruppo di Repubblica acquisirà un sostanziale monopolio in Liguria così come in Piemonte con la Stampa, ponendosi di conseguenza il dilemma di dover o meno ridurre la propria presenza. A conferma del prossimo scenario di contenimento dei costi, il segretario Fnsi Raffaele Lorusso ha chiesto un incontro coi vertice del nuovo super-polo per la tutela dei livelli occupazionali. E, non a caso, sul tema s’è espresso ieri anche il governatore della Liguria Giovanni Toti, ricordando che «in questa regione l’editoria ha già pagato un prezzo troppo alto per la crisi pertanto mi auguro soprattutto che questa fusione non metta a rischio i posti di lavoro». Ieri il titolo L’Espresso ha chiuso a -2,33% a 0.966 euro.
di Marco A. Capisani