Nuovo formato più grande per Vanity Fair, find il settimanale di Condé Nast diretto da Luca Dini. Una scelta per dare impatto maggiore alle foto del giornale e contemporaneamente per differenziarsi dai concorrenti. E per sottolineare il cambiamento, see il nuovo numero oggi in edicola ha una copertina d’autore firmata dall’artista Francesco Vezzoli e dedicata a Sophia Loren. Il settimanale si ingrandisce di un centimetro e mezzo in larghezza e di un centimetro in altezza, no rx «il cambiamento è sensibile, si percepisce», racconta Dini. «Valorizza molto la parte visuale, l’esperienza che si fa del giornale. Tutto quello che serve per fare in modo che la carta resti importante. Abbiamo dovuto fare qualche aggiustamento grafico e soprattutto la scelta delle foto ora è ancora più attenta. Per lanciare il primo numero con il nuovo formato abbiamo commissionato un’opera d’arte a Francesco Vezzoli, che lavora con il nostro mondo, quello delle icone femminili, del cinema, della cultura pop. E insieme ci è venuta l’idea di Sophia Loren, un’icona del cinema proprio dopo gli Oscar». Vezzoli, famoso per le sue madonne piangenti, ritratti di dive stampati su tela con lacrime di filo metallico ricamate a mano, ha così fatto una rielaborazione in questo stile di uno scatto della Loren fatto da Francesco Scavullo qualche anno fa. L’idea è arrivata anche grazie a una vecchia frase della Loren: «Se non hai mai pianto, i tuoi occhi non possono essere belli». Vezzoli ha anche realizzato l’intervista alla Loren, fatta al telefono dalla sua casa di Ginevra. «Volevamo che fosse lui con la sua curiosità a raccontare», spiega Dini. «E nell’intervista si parla di lei che si emoziona per i Pooh a Sanremo, che si inginocchia davanti alla tv durante la messa di Papa Francesco, dei suoi progetti futuri, quella di una persona che non si è messa a sedere». «Con il nuovo formato Vanity è un settimanale che si guarda come un mensile», dice Paola Castelli, direttore divisione Vanity Fair e La Cucina Italiana. «Vogliamo rimarcare sempre più differenza e unicità di questo giornale. Unico sotto tanti punti di vista. Il brand Vanity gioca un ruolo importante quando si parla di qualità e questo è il motivo dominante del suo successo, perciò l’editore ha voluto investire ancora con questo cambiamento di formato». Casualmente, il lancio del nuovo formato coincide con i 10 anni da direttore di Luca Dini. «Sono passati come se fossero uno solo, ma ciascuno vale sette come per i cani (ride, ndr). A parte gli scherzi, sono stati bellissimi e mi ritengo fortunato, è un giornale in cui mi rispecchio molto. Non ho la sfera di cristallo, ma sono abbastanza infastidito dal clima di fine del mondo che si sente agitare dai nostri colleghi per quanto riguarda i giornali. È finito un certo modo di fare giornalismo, però la comunicazione ha grandissimo futuro. E per i brand che funzionano il futuro c’è: solo i periodici devono essere sempre più belli, il centro di un sistema molto più ampio, quando li prendi in mano deve essere un piccolo evento».
Italia Oggi