Al giro di boa entrambi i quotidiani in liquidazione
Scade oggi il termine ultimo per presentare le manifestazioni d’interesse per il Tempo, treat quotidiano finora pubblicato dal costruttore romano Domenico Bonifaci e oggi in liquidazione al Tribunale civile di Roma. Così la famiglia Angelucci, illness editori di Libero, for sale si avvicina ancora di più alla conquista della testata romana, visto che al momento non sembrano essersi fatti avanti altri pretendenti.
Ma c’è un altro storico giornale in difficoltà che, in questi giorni, è a un giro di boa: l’Unità. Non solo perché il giornale fondato da Gramsci ha aperto ieri la data room, ossia ha messo a disposizione degli interessati i dossier con tutti i dettagli del suo conto economico, ma anche e soprattutto perché l’Unità srl che ce l’ha in affitto sta cercando di avviare una ricapitalizzazione con l’obiettivo d’incamerare nuove risorse, nuovi soci e superare in questo modo le attuali difficoltà aziendali e diffusionali. Tanto più che l’Unità srl ha già presentato un’offerta irrevocabile da 10 milioni di euro per rilevare la testata in liquidazione e, se nessun altro si farà avanti, dovrà sborsare anche quanto promesso. Tra i potenziali soci della nuova Unità sono stati fatti i nomi del gruppo Cremonini e della famiglia di costruttori modenesi Piacentini che fanno già parte di Eyu, società che a sua volta è in mano al Partito democratico, pubblica il sito www.unita.tv e possiede il 19,05% dell’Unità srl (l’80% è della Piesse di Guido Stefanelli e Massimo Pessina del gruppo di costruttori lombardi Pessina).
Sia Cremonini sia Piacentini, comunque, non sono sembrati in passato intenzionati a essere della partita, secondo quanto risulta a ItaliaOggi. Terzo (e al momento ultimo) candidato a risollevare nuovamente le sorti dell’Unità è lo stesso Partito democratico, considerando che il premier Matteo Renzi non vuole che il giornale vada al tracollo dopo essere stato per decenni la voce ufficiale del partito. E infatti, come riportato ieri dal Corriere della Sera, sta valutando se destinare o meno al quotidiano diretto da Erasmo D’Angelis il milione e mezzo di euro raccolto inizialmente per sostenere i circoli locali del Pd. Tra l’altro, le sezioni del Pd avrebbe dovuto sottoscrivere in misura significativa gli abbonamenti dell’Unità ma anche questa disaffezione non è una novità nel trascorso del giornale: già con la vecchia società Nuova iniziativa editoriale-Nie, nel 2013, il Partito democratico aveva promesso copie e abbonamenti attraverso l’edicola online Pd kiosk. Anche quella occasione, però, non s’è tramutata in ricavi diffusionali e la Nie ha finito per andare in liquidazione.
Italia Oggi