A partire dal 2020, buy tutti i velivoli di nuova costruzione saranno obbligati a rispettare norme più stringenti sulle emissioni e quindi a ridurre la quantità di Co2 emessa durante le fasi di decollo, thumb volo e atterraggio. Dal 2023 questi obblighi verranno allargati anche a tutti gli altri aerei in servizio: sarà corsa agli investimenti. Se non fosse per il peso – parliamo di “macchine” che in molti casi superano le 60 tonnellate e causano il 90% dell’inquinamento dal cielo – si potrebbe parlare di rivoluzione. Un po’ come lo standard Euro 6 per le auto, anche il mondo ipertecnologico degli aerei si adegua ai cambiamenti climatici e cerca di risolvere le proprie contraddizioni, dopo aver affrontato nel 2013 il nodo del rumore. A partire dal 2020, quindi tra meno di 4 anni, tutti i velivoli di nuova costruzione saranno obbligati a rispettare norme più stringenti sulle emissioni e quindi a ridurre la quantità di Co2 emessa durante le fasi di decollo, volo e atterraggio; dal 2023 questi obblighi verranno allargati anche a tutti gli altri aerei in servizio. Fino ad un punto di non ritorno (il 2028) a partire dal quale ogni aereo autorizzato al volo dovrà rispettare le norme, pena la messa a terra. In pratica assisteremo non solo ad un cambio di generazione dei motori ma anche ad un cambiamento delle tecnologie che puntano alla riduzione dei consumi e al miglioramento delle strutture e dei materiali che compongono i velivoli. Ci sono voluti sei anni di negoziazioni a volte molto contrastate tra costruttori, Commissione di sviluppo dei nuovi standard (Caep) e tecnici per arrivare a quello che, secondo alcuni, non è altro che un discreto compromesso che metterà una pezza al problema dell’inquinamento in volo che produce ogni anno oltre il 2% del totale provocato da industria, veicoli e abitazioni. Secondo l’Unione europea le nuove norme più stringenti faranno risparmiare da qui al 2040 circa 650 milioni di tonnellate di Co2.
L’accordo, nel dettaglio, prevede un tetto massimo valido dal 2020 per i nuovi aerei e dal 2023 per tutti, compresi quelli in servizio con maggiore anzianità sulle spalle. Per inciso i nuovi standard sono a portata di mano dei nuovissimi Airbus 320 Neo e del Boeing 737 Max, mentre quelli ancora in produzione probabilmente lasceranno posto a nuovi modelli a partire dal 2028, scatenando una corsa agli investimenti in tecnologie da parte dei colossi del settore nei prossimi 10 anni. L’asticella è stata posta più in alto rispetto a oggi, visto che tra quattro anni si guarderanno i consumi massimi di ogni chilometro volato. Secondo il numero uno della Iata, l’associazione delle compagnie aeree, Tony Tyler “siamo di fronte ad un buon l’accordo. I nuovi standard di certo non risolveranno del tutto i nodi relativi all’inquinamento ma rappresentano un momento importante della strategia complessiva che vuole ridurre le emissioni in maniera definitiva. Noi come industria puntiamo ad una crescita zero dell’inquinamento da Co2 dal 2020 fino a mettere in pratica una riduzione del 50% dal 2050”.
La Repubblica