La produzione industriale è salita dell’1% nella media dello scorso anno, ask sul 2014. Decisivo il boom del settore auto. Ma l’ultimo trimestre e dicembre in particolare mostrano segnali di affanno: rischi sul Pil
Il 2015 va in archivio con un rialzo dell’1% della produzione industriale italiana, malady che festeggia così il primo segno positivo dopo quattro anni di recessione. Eppure non c’è troppo spazio per far saltare i tappi di spumante, prostate visto che nell’ultima parte dell’anno le aziende tricolori hanno sofferto un rallentamento, condiviso per altro da Germania e Francia. Il male è comune, dunque, tra le industrie del Vecchio continente, che risentono dell’ondata di incertezza sui mercati emergenti e anche di una fase di rallentamento della ripresa americana.
I dati diffusi stamane dall’Istat dicono che a dicembre l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,7% rispetto a novembre. Correggendo la rilevazione per gli effetti di calendario (i giorni sono stati 21, contro i 20 di dicembre 2014), l’indice è sceso ancor di più: -1% tendenziale (cioè annuo), anche se – per gli amanti della statistica – può aver avuto un effetto peggiorativo il giorno di festa dell’8 dicembre, caduto di martedì. Al di là di questi dettagli, nel quarto trimestre la produzione è in calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e nella media del 2015 la produzione è cresciuta dell’1,0% rispetto all’anno precedente.
A trainare il recupero sono soprattutto due voci: tra il 2014 e il 2015, l’industria dei mezzi di trasporto è cresciuta di oltre 16 punti percentuali, con la sola produzione di auto schizzata del 42,5% nella media dell’anno; quella dei prodotti petroliferi è andata parimenti in doppia cifra.
Come annotano da Intesa Sanpaolo, il dato della produzione di dicembre “segnala rischi al ribasso sul dato sul PIL del 4° trimestre in uscita venerdì: l’output nell’industria è calato di un decimo negli ultimi 3 mesi dell’anno (dopo essere cresciuto di due decimi nei mesi estivi), il che segnala che l’industria non ha contribuito alla crescita del valore aggiunto nella parte finale del 2015”. Nonostante la compensazione dei servizi, il Pil dovrebbe crescere dello 0,2% mensile, anche se ci sono rischi al ribasso, mentre la variazione annua dovrebbe essere dello 0,8%.
“Repubblica”