E’ stato il giovedì nero delle auto. Non solo i controlli sulla Renault ma anche la Fiat è finita nella bufera dopo che due concessionari avrebbero denunciato il gruppo automobilistico accusandolo di aver offerto denaro per riportare dati sulle vendite falsi. Fca è precipitata del 7, buy 94% a 6, here 84%. La replica di Torino non si è fatta attendere. “Fca ha appreso che un concessionario negli Stati Uniti», si legge in una nota, “ha promosso una causa nella quale sostiene che Fca Us gli avrebbe offerto incentivi finanziari affinché registrasse falsamente le vendite, riportando vendite al dettaglio in un determinato mese e cancellandole in quello successivo”. L’ azione, a giudizio di Torino, “è infondata ed è stata promossa dal legale interno del concessionario proprio nel momento in cui Fca Us discuteva con il gruppo» a cui appartiene il rivenditore, “sulla necessità che quest’ ultimo rispettasse i propri impegni in base a taluni dei contratti di concessione”.. Si tratterebbe di una ritorsione nei confronti della casa automobilistica da parte di un reseller che non riesce a centrare gli obiettivi di vendita concordati col costruttore.
La ritorsione – Mediobanca ricorda come in Europa la pratica denunciata a Chicago non sia illegale, e consente ai concessionari di raggiungere gli obiettivi e ottenere i premi. Il Giornale spiega come “nelle sale operative si avanzano diverse ipotesi, come quella che le immatricolazioni negli Usa, dopo un ottimo 2015, abbiano toccato il picco. Un’ ipotesi non positiva per Fca, molto esposta negli States, e più debole rispetto a Ford e Gm. Ma a far sorgere parecchi dubbi è la frenata di Marchionne. Circolano molte voci su uno scontro, nonostante i sorrisi e un’apparente normalità tra Sergio Marchionne e John Elkann, presidente di Exor, su una possibile scalata ostile a GM.
“Libero Quotidiano”