Un dossier dei Radicali analizza i casi del passato. Con la conclusione che i costi potrebbero superare di gran lunga i benefici. E a pagare il conto (con le tasse) rischiano di essere i cittadini. Così chiedono a Renzi una consultazione popolare. Come già avvenuto ad Amburgo, sale Monaco, Cracovia e in Svizzera. Dove gli abitanti hanno fermato col voto la candidatura ai Giochi
Ad Amburgo, a fine novembre, è stato determinante l’opinione dei residenti: dopo che il “no” al referendum cittadino ha raggiunto il 52 per cento, la città anseatica ha ritirato la propria candidatura alle Olimpiadi del 2024. A Boston, pochi mesi prima, non c’è nemmeno stato bisogno della consultazione: a innestare la retromarcia è stato il sindaco, il democratico Martin Walsh, prima ancora che sul suo tavolo arrivasse il rapporto sull’impatto dei costi e dopo che un comitato aveva proposto varie alternative su come spendere i 14 miliardi di dollari necessari. Un po’ come accaduto a Oslo, dove il voto sulle Olimpiadi invernali del 2022 era stato favorevole ma alla fine è stato il Parlamento norvegese a bloccare il progetto: troppo poco vantaggioso l’investimento. Proprio come accaduto (per gli stessi Giochi e a seguito di un referendum) anche a Monaco, Cracovia e in Svizzera a St.Moritz e Davos. E Roma? La candidatura della capitale resta più che mai in pista, tanto che al comitato guidato da Luca Cordero di Montezemolo un emendamento del Pd inserito nell’ultima legge di stabilità ha già regalato 10 milioni di euro per il prossimo biennio. Ma anche se Matteo Renzi non perde occasione per ripetere come un mantra che l’Italia riparte, la situazione è così diversa da quando, appena quattro anni fa, Mario Monti annunciò il ritiro dalle Olimpiadi del 2020 perché avrebbe potuto “mettere a rischio i denari dei contribuenti”? Soprattutto: è così impensabile – in una città al collasso, con società partecipate dai buchi milionari, infrastrutture insufficienti, infiltrata dalle mafie, devastata dalla corruzione e col poco rassicurante precedente di Italia ’90 – chiedere anche ai romani di esprimere la loro opinione?
A farsi promotori della richiesta, proprio sulla scorta dei casi esteri, sono i Radicali, che hanno aperto una pagina Facebook e il sito “referendumroma2024” per chiedere l’istituzione di un referendum . Del resto lo stesso presidente del Coni Giovanni Malagò un anno fa aveva manifestato l’intenzione di realizzare “ un sondaggio o un referendum, anche online”, perché “queste cose si fanno con il consenso” .
“UNA SCOMMESSA RISCHIOSA”
Per far conoscere i veri costi (e rischi annessi) dei Giochi, i Radicali – che definiscono Roma 2024 “una scommessa rischiosa” – hanno realizzato anche un cospicuo dossier dal titolo significativo “ Abbiamo davvero bisogno delle Olimpiadi ?”. No, la risposta scontata. Basata però sull’analisi di dati, studi internazionali e confronti con i casi del passato, dal 1960 in poi. A cominciare dalle spese supplementari puntualmente registrate rispetto al budget iniziale: in media per realizzare i Giochi le città ospiti hanno impiegato quasi il doppio di quanto preventivato, col caso-limite di Montreal 1976, dove superarono di otto volte le previsioni. Mezzo miliardo di dollari che fu poi recuperato attraverso l’introduzione di una speciale imposta trentennale sul tabacco, soppressa nel 2006. Una strada, quella dell’innalzamento della pressione fiscale, seguita quasi ovunque: a Grenoble ad esempio, i contribuenti hanno dovuto pagare per 25 anni una tassa ad hoc per ripianare il deficit provocato dalle Olimpiadi del 1968, mentre il buco prodotto da quelle invernali di Albertville nel 1992 è stato coperto con un aumento della tassa sulla casa. Impossibile però fare una previsione per Roma: lo studio di fattibilità, che secondo le parole di Malagò sarebbe dovuto arrivare già la scorsa primavera, non è mai stato reso noto. Così l’unica stima disponibile (al ribasso, considerato il tempo trascorso) sono i 9,7 miliardi calcolati dalla società Prometeia in un’analisi condotta per Roma 2020, vecchia ormai di quattro anni.
«Una decisione così importante per il futuro della capitale deve essere presa dai cittadini. Per questo chiediamo al presidente Renzi e al commissario straordinario Tronca di indire un referendum, come è stato fatto in tante delle altre città candidate a ospitare i Giochi e come noi abbiamo chiesto sin dal primo momento» afferma il segretario di Radicali italiani, Riccardo Magi, convinto che in una città come Roma, più che i giochi, servano “interventi efficaci e una buona amministrazione”.
Anche perché non sempre le Olimpiadi portano fortuna. È quella quella che l’economista Wladimir Andreff, docente alla Sorbona e presidente onorario dell’associazione internazionale Sports economics, ha definito “la maledizione del vincitore”: la città che ottiene l’assegnazione finisce quasi sempre per peggiorare la sua situazione economica, perché – nell’impossibilità di prevederli a priori – c’è la tendenza a sovrastimare i benefici, che spesso si rivelano assai inferiori alle aspettative. Proprio come accaduto ad Atene.
di Paolo Fantauzzi da “L’Espresso”