Nel giorno del Giubileo delle Famiglie il Papa esalta i ruoli di padre e madre I centristi soddisfatti preparano la battaglia in Parlamento contro il ddl Cirinnà
È sempre stato un esercizio spericolato compiere l’esegesi delle parole dei Papi, magari tentando di traghettarle verso questa o quella sponda politica. Molto meno spericolato è, invece, collocare quelle parole nei tempi che corrono, cercando di attribuire a esse il significato più calzante sul piano sociale e culturale.
La giornata tematica dell’Anno Santo dedicata alle famiglie è caduta proprio ieri, in un momento in cui l’agenda politica scandisce tra i primi appuntamenti del 2016 la discussione della legge sulle unioni civili. Mai come nelle prossime settimane il significato millenario di famiglia subirà assalti e riadattamenti alla mercé delle esigenze dell’astratta «modernità».
PER IL PAPA LA FAMIGLIA È CON MAMMA E PAPÀ Eppure Francesco, il Papa «delle rivoluzioni», ieri ha dal canto suo ricondotto il senso della famiglia all’origine del Vangelo, cioè come, inequivocabilmente, composta da un padre e da una madre. Nell’omelia, celebrata nella Basilica di San Pietro, commentando la lettura dal Vangelo, il brano di Luca sul viaggio che Gesù, Giuseppe e Maria compivano a Gerusalemme per celebrare la Pasqua, il Papa ha posto l’accento sulla «cosa più bella», cioè che «tutta la famiglia compie il pellegrinaggio. Papà, mamma e figli, insieme, si recano alla casa del signore per santificare la festa con preghiera». Papà e mamma, dunque. Concetto ribadito nuovamente, sempre nell’omelia: «Cosa può esserci di più bello per un papà e una mamma di benedire i propri figli all’inizio della giornata e alla sua conclusione?».
GESÙ, GIUSEPPE E MARIA UNICO ESEMPIO DI FAMIGLIA Poco più tardi, all’Angelus, ha di nuovo messo in chiaro qual è il fondamento culturale a cui riferirsi quando si parla di famiglia. «Il nucleo familiare di Gesù, Maria e Giuseppe è per ogni credente, e specialmente per le famiglie, un’autentica scuola del Vangelo. Qui ammiriamo il compimento del disegno divino di fare della Famiglia una speciale comunità di vita e di amore». E ancora: «Dall’esempio e dalla testimonianza della Santa Famiglia – ha osservato Papa Francesco – ogni famiglia può trarre indicazioni preziose per lo stile e le scelte di vita, e può attingere forza e insegnamento per il cammino di ogni giorno».
Un riferimento particolare, poi, va al fatto che «la Madonna e San Giuseppe insegnano ad accogliere i figli come dono di Dio». Non solo, quindi, il richiamo alla Madonna e San Giuseppe, al padre e alla madre, ma anche la sottolineatura del loro paradigma per «stile e scelte di vita». Un monito per chi, oggi, vuol dare al concetto di famiglia un’interpretazione «estensiva», abbracciando anche le coppie omosessuali. E magari, domani, chissà, a chi con zelo multiculturale vorrà aprire alla poligamia praticata nel mondo musulmano.
LA PRESA DI POSIZIONE DI BAGNASCO Peraltro, anche il Presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, lo scorso 5 dicembre parlando a Radio Vaticana ebbe a dichiarare: «La Chiesa, come sempre, afferma e sostiene la famiglia secondo la nostra Costituzione che è appunto formata da un uomo e una donna, basata sul patto matrimoniale».
RENZI SULLE UNIONI CIVILI È «IN PISTA» È impossibile, dunque, non contrapporre queste posizioni, e al massimo grado le parole del Papa di ieri, al richiamo scritto da Matteo Renzi nella sua e-news post natalizia, in cui, dopo aver autoglorificato i risultati dell’anno che finisce, ha ribadito che «siamo ancora in pista per i diritti civili (ius soli, civil partnership, servizio civile e terzo settore)». Che lo si chiami in inglese per fare più effetto, comunque, il significato non cambia. In vista dell’approdo in Aula al Senato del ddl sulle unioni civili, previsto per il 26 gennaio, la maggioranza naviga in acque ondose, e probabilmente al premier «blairiano» toccherà ricorrere all’altro forno, quello della sinistra radicale e del Movimento 5 Stelle, perché i centristi della coalizione non ne vogliono sapere della stepchild adoption.
E I CENTRISTI IN TRINCEA Ieri si è avuto un velato assaggio di quello che sarà da alcune reazioni alle parole del Papa. La portavoce di Ndc, Valentina Castaldini, ha invocato l’apertura di una riflessione sul «monito di oggi del Santo Padre», ribadendo che «il Nuovo Centrodestra ha sempre lavorato e continuerà a farlo affinché la famiglia sia il fine ultimo di ogni scelta del governo». Sempre dal Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi, pur non richiamandosi dalle parole del Papa, è molto netto: «Anche i neocentristi in pista per il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre», ha detto, ricordando, replicando alla e-news di Renzi, che «i diritti non devono mai essere confusi con i desideri».
Ancora più duro invece è Gaetano Quagliariello, da poco uscito da Ncd per fondare il movimento Idea, vicino a Corrado Passera: «Su utero in affitto e ius soli – ha scritto – non è battaglia tra progresso e conservazione, ma tra due modelli diversi di società. Noi sappiamo dove stare».
Ieri, dunque, si è avuto l’assaggio di quella che sarà la contesa politica delle prossime settimane. Il Papa ha fatto il Papa, com’è ovvio e chiaro. Ma è altrettanto chiara una cosa: Matteo Renzi, sempre a caccia di testimonial, di figure popolari da assorbire alla causa, non potrà sperare di agganciarsi, neanche indirettamente, Papa Francesco. L’icona pop che, al momento, «buca» di più, sovrastando la politica in calo di popolarità.
di Pietro De Leo da “Il Tempo”