I soci approvano la proposta per 200 mln. Il presidente Costa: non siamo ostaggio delle banche.
Il cda di Rcs ha ottenuto formalmente la delega per un aumento di capitale fino a un massimo di 200 milioni di euro. Ieri la mozione è stata approvata dall’assemblea dei soci con il parere favorevole del 99, look 69% dei voti (era presente il 50,8% del capitale), dopo aver dato il suo ok anche all’ingresso nel board di Mario Notari al posto dell’ex a.d. Pietro Scott Jovane. Il gruppo del Corriere della Sera e della Gazzetta dello Sport ottiene così una garanzia in più sul suo futuro, grazie a una ricapitalizzazione che si potrà esercitare fino alla fine del giugno 2017.
E anche se il presidente Maurizio Costa ha dichiarato che «non siamo ostaggio delle banche» mentre il nuovo a.d. Laura Cioli ha aggiunto che l’esercizio dell’«aumento di capitale non è inevitabile, altrimenti l’avremmo già fatto con la delega che abbiamo ancora» per un tetto di 190 milioni, esercitabile entro fine anno, è altrettanto vero che la nuova delega è una garanzia anche per gli istituti creditori Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca, Bnp, Ubi, Bpm e la sua approvazione permette di avviare un nuovo round di trattative, dopo che Rizzoli non è riuscita a rispettare i termini prefissati sul debito e ha ottenuto dagli istituti di credito una moratoria (stand-still) fino alla fine di aprile. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’attesa delle stesse banche è arrivare a fissare i punti chiave per un nuovo accordo già questo mese, per definire poi i dettagli nei primi mesi del 2016. «Subito dopo la presentazione del piano» industriale domani in cda per l’approvazione e lunedì prossimo di fronte alla stampa, ha confermato Cioli, «continueremo il dialogo con le banche e auspico di trovare velocemente una soluzione».
E anche se il presidente Maurizio Costa ha dichiarato che «non siamo ostaggio delle banche» mentre il nuovo a.d. Laura Cioli ha aggiunto che l’esercizio dell’«aumento di capitale non è inevitabile, altrimenti l’avremmo già fatto con la delega che abbiamo ancora» per un tetto di 190 milioni, esercitabile entro fine anno, è altrettanto vero che la nuova delega è una garanzia anche per gli istituti creditori Intesa Sanpaolo, Unicredit, Mediobanca, Bnp, Ubi, Bpm e la sua approvazione permette di avviare un nuovo round di trattative, dopo che Rizzoli non è riuscita a rispettare i termini prefissati sul debito e ha ottenuto dagli istituti di credito una moratoria (stand-still) fino alla fine di aprile. Secondo quanto risulta a ItaliaOggi, l’attesa delle stesse banche è arrivare a fissare i punti chiave per un nuovo accordo già questo mese, per definire poi i dettagli nei primi mesi del 2016. «Subito dopo la presentazione del piano» industriale domani in cda per l’approvazione e lunedì prossimo di fronte alla stampa, ha confermato Cioli, «continueremo il dialogo con le banche e auspico di trovare velocemente una soluzione».
Al 30 settembre scorso, il finanziamento complessivamente utilizzato ammontava a 411,6 milioni di euro. Ne è stata rimborsata una quota pari a 176 milioni e quindi ci sono a oggi ancora 235,6 milioni da restituire, con una tranche a breve da 71 milioni di euro entro la fine del prossimo giugno. In linea teorica, le linee disponibili sull’importo massimo totale di 600 milioni sono pari a 423,5 milioni di euro. Dalle cessioni di Rcs Libri l’editore di via Rizzoli incasserà complessivamente 127,5 milioni mentre procede la valorizzazione di Veo e delle sue frequenze per un valore stimato di oltre 50 milioni di euro. A proposito della tv spagnola, ha precisato l’a.d., «non c’è una data» per finalizzare l’operazione, «non siamo obbligati a farlo ma lo faremo solo se il prezzo sarà interessante. Sul tavolo ci sono diverse manifestazioni d’interesse».
A fronte di nuovi impegni con le banche e cessioni, però, resta da capire quali margini di manovra e budget d’investimenti ha avuto Cioli nel suo nuovo piano industriale, considerando che parte degli incassi da cessioni andranno agli istituti di credito e che «la situazione dell’azienda è complicata», ha ribadito l’a.d. Rcs che siede anche nel board Telecom («ma nessuno mi ha chiesto un passo indietro»). In Rizzoli «ci sono asset molto forti su cui costruire la strategia futura e ci sono ancora importanti aree di razionalizzazione. E non penso ai dipendenti in questo momento».
In passato, l’a.d. aveva confermato l’impostazione delle linee guida dell’ultimo piano industriale al 2018 targato Jovane, che scommetteva non solo sulle news e il digitale ma soprattutto sugli eventi sportivi. Nel dettaglio, era previsto inizialmente, secondo le stime del precedente a.d., che il digitale arrivasse ad assicurare nel 2015 il 25% dei ricavi. Secondo l’ultima trimestrale al 30 settembre scorso, invece, i giornali italiani generano un fatturato digitale pari al 14% di quelli totali. In Spagna, lo stesso dato è al 16%.
Sul binomio eventi&sport, infine, dopo indiscrezioni di stampa sulla ricerca di Rcs di uno o più partner internazionali, l’a.d. Cioli ha dichiarato in generale che «ci sono aree in cui intravediamo la possibilità di uno sviluppo internazionale. In queste aree siamo aperti a eventuali partnership, a seconda poi del tipo di cose di cui stiamo parlando. Sarà un altro dei temi di cui parleremo nel piano, ma ci sono delle linee possibili di sviluppo».
Ieri il titolo ha chiuso in borsa a +4,34% a 0,4881 euro dopo essere stato sospeso per eccesso di rialzo.
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di Marco A. Capisani “ItaliaOggi”
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